(ASI) Nonostante l’ andamento generale dell’ economia e delle vendite, l’ analisi dei consumi di carne realizzata da Ismea su dati Gfk Eurisko, che analizza in maniera approfondita le dinamiche economiche che interessano la carne in Italia, confermano un consumo stabile nel tempo di carne di coniglio.
Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, e commissario Cun Conigli.
Nel complesso - evidenzia l’ anlac - guardando alla ripartizione della quota di spesa alimentare destinata all’acquisto delle varie tipologie di carni e confrontando i dati del 2008 e del 2013, i dati del monitoraggio confermano la tendenza da parte dei consumatori ad acquistare quantità maggiori di carne avicunicola.
All’ interno di questo segmento - aggiunge l’ anlac - il volume di consumo delle carni cunicole passa da una quota di circa il 2,8% nel 2008 a poco meno del 2,7% nel 2013, mentre la quota in valore passa da 2,6% a 2,5%.
Le quote di consumo di carne cunicola - dichiara il presidente dell’ anlac - sono, dunque, sostanzialmente stabili e già questo sconfessa le dichiarazioni false di molti commissari Cun che hanno sempre sostenuto cali dei consumi per favorire un abbassamento dei prezzi all’ origine.
La verità - conclude - è che attraverso l’uso anticoncorrenziale della leva import-export il comparto è sempre più concentrato nelle mani di tre gruppi industriali che praticano contratti a prestazioni abbinate (acquisto mangime-ritiro carne) vietati dal diritto europeo, in una deriva monopolizzante.
Redazione Agenzia Stampa Italia