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Giornali &Giornali/ Tutto Mondo è Paese: anche in Francia cresce la rottura tra popolazione e mondo politico. I francesi si rivelano sempre più ripiegati in sé stessi e ostili agli stranieri.

(ASI) La popolarità della politica ai minimi storici.

Un anno dopo la prima inchiesta dell’Istituto Ipsos sulle nuove fratture sociali francesi, il secondo sondaggio dei primi dell’anno, realizzato anch’esso per Le Monde / France Inter / Cevipof / Fondation J. Jaurès, evidenzia che la sfiducia dei cittadini verso i politici è aumentata ancora. In preda al pessimismo, la società franceseè sempre più ripiegata su se stessa e più chiusa verso l’esterno. Lo rivela un resoconto pubblicato su France 24.com.

Il livello di fiducia verso la politica si è notevolmente abbassato nell’arco di dodici mesi. Il sondaggio evidenzia che il 65% dei francesi (+3%) ritengono che la maggior parte degli uomini politici sono corrotti e bel l’84% (+2%) di costoro pensano che i politici agiscono principalmente per interessi personali. Ben 78 intervistati su 100 (+6%) ritengono che il sistema democratico « funziona male » e che le loro idee non sono ben rappresentate. Le sitituzioni sono particolarmente criticate : il 72% dei francesi non ha fiducia nell’Assemblea Nazionale, il 735 nel Senato.

Se tutti questi indicatori sono in forte aumento, non cambia, invece, la preoccupazione principale dei francesi, la disoccupazione. La mancanza di lavoro è l’inquietudine numero uno per il 56% dei cittadini. Tasse e imposte balzano al secondo posto tra i problemi dei francesi con il 43% (ben il 16% in più rispetto ad un anno fa), mentre cala del 5% il potere d’acquisto, che resta comunque al terzo posto nei pensieri dei transalpini.

In aumento l’ostilità verso gli stranieri.

In questo quadro tetro, i francesi si mostrano sempre più ostili verso gli stranieri e ripiegati verso un riflesso identitario di chiusura. Ben il 665 degli intervistati ritiene che ci siano troppi stranieri in Francia. Il 59% (+4%) pensa che, in generale, gli starnieri non facciano alcuno sforzo per integrarsi. Anche se appare in calo (-11%), il rifiuto dell’islam è sempre la tipologia principale di pregiudizio. Il 63% dei francesi stima che questa religione non è compatibile con i valori della società. Anche l’Europa è additata alle critiche : ben il 70% degli intervistati auspicano una ripresa dei poteri nazionali a danno di quelli dell’unione europea (70%, cinque punti in più di un anno fa) :

Bisogno di autorità

Questo ripiego « nazionalista », si accompagna ad una forte domanda di « autorità ». L’esercito e la polizia sono le istituzioni su cui i francesi ripongono la loro fiducia in maniera plebiscitaria (rispettivamente, 79% e 73%) e l’84% dei francesi non esita a dire che la nazione ha bisogno di un vero capo per « rimettere ordine ». E, anche nella Francia attuale, si pensa che « si stava meglio quando si stava peggio » ; il 74% degli intervistati ritiene che fosse meglio il passato rispetto al presente.

Questo clima pessimista e questa sfiducia portano consenso ad alcune parti politiche. Il Front National di marine Le Pen seduce il 34% dei francesi, per i quali rappresenta « un’alternativa politica credibile ».

Aumenta la frattura tra ceti popolari e ceti agiati

L’Istituto di sondaggi fa notare come uno dei principali dati che merge dall’inchiesta è la frattura sempre più marcata tra le classi sociali popolari e quelle più agiate. Le risposte che le une  e le altre danno a molte delle domande del sondaggio, sono sempre più divaricate. Per esempio, tra gli intervuistati riferibili ai quadri dirigenti, il 72% (+16% rispetto all’anno prima) pensa che la Francia debba aprirsi al mondo moderno. Invece, tra gli operai, il 75% pensa il contrario, e questa tendenza alla chiusura nei ceti più popolari è in forte aumento rispetto all’anno precedente (+13%) in contrapposizione speculare all’altra.

Ma c’è un altra questione sulla quale lo scarto tra classi sociali sembra ancor più preoccupante. Ben il 635 degli operai si è dichiarato favorevole alla pena di morte, mentre tra i quadri la percentuale è ferma al 26%.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia

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