«Con grande sofferenza e preoccupazione continuo a seguire la situazione in Siria - ha affermato Francesco -. L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli, con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi». Ha poi ribadito che «non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo».
Sono quindi seguite un’accalorata implorazione e una preghiera: «Dal profondo del mio cuore, vorrei manifestare la mia vicinanza con la preghiera e la solidarietà a tutte le vittime di questo conflitto, a tutti coloro che soffrono, specialmente i bambini, e invitare a tenere sempre accesa la speranza di pace. Faccio appello alla Comunità Internazionale perché si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare l'amata Nazione siriana a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte. Tutti insieme preghiamo alla Madonna Regina della Pace... ».
Dal giorno della sua elezione, papa Francesco ha più volte espresso la sua vicinanza alla popolazione siriana colpita dal conflitto. Non è mai mancato, inoltre, dal soglio di Pietro, lo sprone verso la Comunità Internazionale, affinché si impegni a trovare una via d’uscita pacifica a questa terribile situazione.
Nel Messaggio Urbi et Orbi del 31 marzo scorso, il Pontefice aveva lanciato una domanda: «Quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?». Ad oggi, dato l’evolversi tutt’altro che rassicurante delle vicende in Siria, una risposta a questa domanda appare ancora molto lontana.
Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia
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