Alcuni fra i più importanti conoscitori e ammiratori delle imprese calcistiche di Agostino Di Bartolomei, si sono riuniti nella Sala del Consiglio per presentare il Manuale del Calcio, una raccolta di scritti dell'indimenticabile capitano romanista dedicata al figlio Luca.
“Si ammira sempre la semplicità con la quale un grande campione rende facili le cose anche più complicate. Ma cosa c'è dietro questa semplicità? Sicuramente doti naturali, ma anche tanto lavoro, studio e concentrazione per essere sempre al meglio. Questo mio testo, che non vuole insegnare nulla, cercherà di far conoscere soprattutto ai ragazzi e a tutti gli appassionati di calcio quelle poche e utili nozioni che possono aiutare a trovare quella semplicità di gioco che secondo me è la chiave di questo sport meraviglioso.”
Sono queste le parole di Agostino Di Bartolomei riportate nel suo manuale e riassumibili in un solo termine: semplicità. La stessa semplicità di gioco predicata e messa in pratica dal capitano romanista che, in segno di rispetto, si avvicinava all'arbitro tenendo le mani dietro la schiena e che non odiava la Juve neanche in un periodo di forte rivalità, convinto che fosse meglio copiare i lati buoni degli avversari piuttosto che alimentare odio.
Questi e tanti altri aspetti sono stati ricordati proprio nella mattinata del 4 maggio in occasione della presentazione del libro, alla presenza di alcuni studenti della Scuola Media San Paolo di Perugia e di quanti conservano nel cuore il ricordo di un mito senza tempo. Per l'occasione sono intervenuti il Presidente del Consiglio provinciale, Giacomo Leonelli, il giornalista sportivo Mario Mariano, il Direttore generale del Perugia, Luigi Agnolin, il tecnico Serse Cosmi, l'Assessore allo Sport della Provincia, Roberto Bertini e il figlio di Agostino, Luca Di Bartolomei.
Dalle dichiarazioni dei presenti è emerso un ritratto piuttosto nitido del grande campione romanista, morto suicida all'età di trentanove anni ma sempre vivo nel ricordo dei tanti che lo hanno conosciuto. Ad introdurre i vari interventi il Presidente del Consiglio provinciale, Giacomo Leonelli che ha brevemente illustrato il Manuale del calcio per poi passare la parola a Mario Marioni che ha assunto le vesti di moderatore. “Il calcio è fatto non solo di passione ma anche di storia-ha dichiarato Luigi Agnolin- se andiamo indietro di qualche anno e facciamo il nome di Di Bartolomei pensiamo al capitano della Coppa dei Campioni della Roma e questa è storia... Io vorrei mettere in risalto la semplicità e la grandezza di questo manuale del calcio in cui è condensata la personalità del suo autore. Un uomo semplice, fedele dal punto di vista etico e comportamentale. Un signore nei modi e nel portamento. Un atleta che parlava poco e forse anche per questo sottovalutato nel suo ruolo di educatore...”
Anche Serse Cosmi, nel corso del proprio intervento, ha voluto fare riferimento al carattere introverso del capitano romanista e ai suoi numerosi silenzi, sottolineando l'effetto benefico che talvolta si nasconde dietro coloro che parlano poco. “Sono orgoglioso di poter essere presente oggi, spero che la semplicità racchiusa in questo libro possa attecchire su un vasto pubblico. Vorrei che il calcio fosse raccontato, vissuto e interpretato nella maniera giusta, ma spesso non so come fare per trasmettere questo concetto..”
Il terzo intervento ha visto protagonista Luca Di Bartolomei che ha brevemente raccontato la storia del Manuale del calcio, emerso dalle scatole dei ricordi del padre in un formato leggermente diverso da quello scelto per la versione definitiva... “La storia del calcio, come qualunque storia, si ricostruisce per riferimenti- ha affermato Di Bartolomei- Nel calcio questi riferimenti sono spesso rappresentati dalle grandi squadre, dai grandi giocatori, o dalle così dette 'bandiere'. Non sta a me dire se Agostino lo fosse o meno però penso alle grandi squadre che hanno dominato negli ultimi cinque anni e che sono accomunate da uno o più giocatori e, soprattutto da un'idea vincente di calcio. Costruire una grande squadra impone una serie di scelte e sacrifici, un grosso lavoro su se stessi. Penso che il manuale possa ancora dire qualcosa in più ai ragazzi che si avvicinano al calcio con la consapevolezza che è complicato raggiungere certi livelli. Lo sport può e deve essere un mezzo per ampliare le proprie conoscenze....
Si è pensato di pubblicare il manuale per coronare il sogno di Agostino e per rendere ai tifosi un po' dell'affetto che loro ci avevano dato. In più si è cercato di fare tutto ciò provando ad aiutare ragazzi diversamente abili che praticano il calcio e che vivono in una borgata di Roma. Questo perché lo sport deve rappresentare una palestra di vita e se si riesce a interpretare bene gli insegnamenti sportivi si riesce a raggiungere un livello di cultura personale che travalica il gesto tecnico e porta ad essere persone migliori.”
L'ultimo intervento è stato quello dell'Assessore allo Sport, Bertini che ha concluso il ritratto di Di Bartolomei ricordandone il tiro potente e le meravigliose punizioni che tenevano tutti inchiodati davanti alla televisione.
Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia
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