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Sanità e tagli: prosegue la condotta cinica delle Amministrazioni pubbliche. Strutture ospedaliere a rischio.

(ASI) La relazione della Commissione di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale rivela una situazione sconcertante: almeno 200 strutture ospedaliere rischiano di sbriciolarsi in caso di terremoto.Un vero e proprio allarme sull’edilizia ospedaliera nelle aree a rischio sismico.  Si tratta di una nuova conferma della grave situazione di impoverimento della sanità pubblica. Da tempo cerchiamo di richiamare l’attenzione e la responsabilità di chi ha il potere di intervenire, sia a livello centrale che periferico, sui rischi che corre il diritto alla salute. Appena ieri denunciavamo la crescente disparità di trattamento ed accesso alle cure (in particolare quelle oncologiche) tra i diversi territori ed il conseguente incremento delle migrazioni sanitarie.  Più discriminazioni, più disagi, più spese a carico di pazienti e delle loro famiglie: tutti fattori che rendono proibitivo l’accesso alle cure per un numero sempre crescente di cittadini.

In questo quadro, fatto di gravi carenze e discriminazioni, il culmine dell’ingiustizia e del cinismo è stato raggiunto con la vicenda della “Casa di Peter Pan” a Roma.

Una struttura che ha vinto la Medaglia d’Oro al merito della Sanità pubblica per aver ospitato in maniera gratuita, dal 2000, oltre 600 ragazzi malati di cancro (con le loro famiglie), permettendo loro di ricevere cure adeguate presso i reparti onco-ematologici dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù e del Policlinico Umberto I.

Una decisione dell'ente regionale di assistenza all'infanzia, che chiede di “adeguarsi ai canoni commerciali della zona” (Trastevere), portando a livelli insostenibili l’affitto richiesto alla struttura. Ancora una volta la logica di bilancio prevale sul diritto alla salute.


SANITA’: I TAGLI AGGRAVANO LE DISUGUAGLIANZE TRA NORD E SUD NELL’ACCESSO ALLE CURE. IL PROSSIMO GOVERNO DOVRA’ INVERTIRE UNA TENDENZA PERICOLOSA PER LA SALUTE DEI CITTADINI.

I recenti dati relativi alla sopravvivenza in caso di tumore fanno emergere le drammatiche disuguaglianze che ancora persistono nel nostro Paese in merito all’accesso a cure e diagnosi precoci. Purtroppo vivere al Nord o al Sud può fare la differenza: basta pensare che nelle aree settentrionali del Paese il cancro alla mammella viene diagnosticato precocemente nel 45% dei casi, ma che la percentuale scende a quota 26% delle zone del Mezzogiorno (dati Istituto Nazionale Tumori di Milano).

Da questo si deduce che le strutture sanitarie dispongono di risorse e mezzi a seconda delle aree geografiche in cui si trovano, con conseguenze gravi e rilevanti sulla salute dei pazienti e sulla sopravvivenza dei malati.

Inoltre, spinti proprio da tale situazione, molti malati residenti al Sud si dirigono nelle regioni settentrionali per ricevere le cure e le prestazioni che non trovano nei luoghi di provenienza, con evidenti ripercussioni sulla spesa sanitaria. Le disuguaglianze sono state denunciate dagli stessi malati di cancro, che hanno per questo chiesto, oltre alla garanzia di accesso a cure e farmaci, l’immediata approvazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza e l’esenzione dal pagamento del ticket per terapie e diagnosi.

Si conferma, quindi, l’allarme che abbiamo lanciato più volte: la politica dei tagli sta distruggendo il Sistema Sanitario Nazionale e sta penalizzando le categorie più vulnerabili. Rinnoviamo, pertanto, le nostre richieste, esortando il Ministro uscente Balduzzi a prendere in seria considerazione le esigenze dei cittadini e a portarle all’attenzione del prossimo Governo.


SANITA’: AUMENTANO DISPARITA’ E DISCRIMINAZIONI MA LA CAMPAGNA ELETTORALE DIMENTICA IL PROBLEMI DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE.

In questa campagna elettorale i problemi legati alla sanità sembrano essere passati in secondo piano.Tuttavia non possiamo dimenticare che il Governo uscente ha avviato un processo di revisione del Sistema Sanitario Nazionale che prevede una riduzione della spesa tale da compromettere fortemente la sussistenza della sanità pubblica

Le crescenti disparità, derivanti da una ristrutturazione basata sulla logica dei tagli, offendono la dignità dei cittadini e non permettono di mantenere condizioni di equità e uguaglianza.

E’ necessario decidere di tutelare il diritto alla salute dei cittadini: come primo passo chiediamo quindi che il Ministero dell’Economia dia immediatamente il via libera ai nuovi LEA, per impedire che si verifichino ulteriori discriminazioni.

I tagli messi in atto fino a questo momento non hanno contrastato i comportamenti corporativi e lobbistici e stanno invece aprendo la porta a incursioni finanziarie e assicurative.

Come ribadiamo da tempo non si può e non si deve lasciare spazio alla privatizzazione: le cure devono essere garantite a tutti. Affinché ciò sia possibile è indispensabile eliminare gli abusi e le insufficienze gestionali, così come le forme diffuse di illegalità e di vera e propria corruzione.

La sanità pubblica deve essere riorganizzata mettendo al centro la persona, il rapporto del medico (o dell’operatore sanitario) con il paziente e le esigenze di informazione, la qualità delle prestazioni e il coinvolgimento del cittadino.

 

 

 

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