Occorre perciò intervenire sulla gestione per una maggiore trasparenza, sull’organizzazione in termini di una migliore distribuzione e diffusione delle tecnologie e sulla qualità della relazione medico-paziente.
L’eliminazione di sprechi e inefficienze è necessaria ma allo stesso tempo non si può mettere in discussione l’universalismo dell’assistenza sanitaria pubblica seguendo la logica dei tagli. L’universalismo è irrinunciabile per scongiurare l’aumento di ineguaglianze e discriminazioni e proprio per questo è necessario non spendere meno ma spendere meglio per dare a tutti ciò che serve per prevenire e guarire.
Ricordiamo che, come dimostrano anche i dati diffusi dall’OECD, l’Italia non spende troppo per la tutela della salute: anzi, la nostra spesa sanitaria è sensibilmente inferiore a quella di altri Paesi – sia in relazione al PIL che considerando la spesa pro capite – , con una qualità dei servizi e delle prestazioni elevata. Almeno fino ad oggi. I tagli imposti dal Governo, infatti, risulteranno deleteri per il SSN e i primi effetti della selvaggia riduzione di risorse si stanno già manifestando: alcuni pronto soccorso sono nel caos, le liste di attesa si allungano e in molte strutture si sta verificando una vera e propria emergenza posti letto.
A fronte di questa situazione e delle sempre più frequenti rinunce alle cure per motivi economici è urgente riformare il Sistema Sanitario Nazionale garantendone il carattere universalistico e tutelando il diritto alla salute dei cittadini.