In data 8 aprile 2004, il Comune marchigiano ha ricevuto il premio Roberto Villirillo, dedicato alle buone pratiche nei servizi della pubblica utilità, mentre lo scorso agosto un apprezzamento importante è arrivato in occasione della centosettesima Assemblea dei Sociologi americani tenutasi a Denver (Colorado) e presieduta da Erik Olin Wright, noto per i suoi studi sul tema della “stratificazione sociale”. In tale sede il Professor Allegretti, ricercatore del Centro di Studi Sociali dell'Università di Coimbra, ha illustrato le dinamiche politiche attuate dall'Amministrazione di Grottammare, divenuta un vero e proprio 'riferimento europeo'.
Per comprendere meglio il modello di democrazia partecipativa abbiamo incontrato il Dr. Simone Splendiani, Assessore al Turismo del Comune di Grottammare e ricercatore presso la Facoltà di Economia di Perugia, il quale ci ha illustrato le varie modalità di attuazione del progetto.
Assessore cosa si intende per “democrazia partecipativa” e in che periodo questo modello 'ha preso piede' nel Comune di Grottammare?
“Il concetto di 'democrazia partecipativa' deriva da quello di evoluzione o, per alcuni, di antitesi di democrazia rappresentativa. La democrazia che funziona con l'elezione dei rappresentanti del popolo nelle istituzioni di governo del territorio crea problematiche di vario tipo, quasi di distanza fra rappresentanti e rappresentati, mentre la democrazia partecipativa consente di annullare questa distanza. L'Amministrazione di Grottammare ha iniziato nel '94-'95, sull'esempio di Porto Alegre, ad attivare processi di coinvolgimento dei cittadini ai processi decisionali del Comune.
Alcuni comuni hanno inserito nello Statuto i meccanismi della partecipazione, irrigidendo il sistema. Noi invece abbiamo deciso di non renderlo nello Statuto per mantenere il processo fluido e dinamico.”
Come si sviluppa e come è strutturato oggi il modello di democrazia partecipativa di Grottammare?
“Il modello si sviluppa attraverso due assi principali: uno è il coinvolgimento dei quartieri, sedi di una serie di incontri. Ogni anno infatti si organizzano vere e proprie assemblee itineranti composte, attualmente, dal Sindaco, Luigi Merli, da sette assessori e da altri sei consiglieri che si preoccupano di trattare i problemi specifici di ciascuna zona.
Sono previste due fasi: la prima si sviluppa nel mese di ottobre e prevede una serie di incontri fra l'Amministrazione e i cittadini attorno al tema “Bilancio e problemi specifici del quartiere”.
In tale occasione viene illustrato il bilancio attraverso un format elaborato dall' ufficio ragioneria e se ne diffondono copie cartacee. Questo è volto a far acquisire consapevolezza al cittadino che diviene in grado di esprimere le proprie considerazioni e di votare il bilancio.
La seconda parte di ogni riunione prevede che si affronti il tema dei problemi specifici di ogni quartiere e che l'amministrazione prenda nota delle problematiche che emergono.
La fase B si sviluppa nei mesi di febbraio e marzo e prevede che vengano discusse tutte le problematiche. In tale occasione l'Amministrazione illustra i provvedimenti che si intende prendere in considerazione e si procede anche alle piccole consultazioni, concedendo la possibilità ai cittadini di votare su quale opera intervenire. Naturalmente decide chi partecipa e ciò risulta utile per un duplice motivo: per incentivare alla partecipazione e per giungere al momento decisionale.
La seconda asse è costituita dall'attività di livello cittadino e non più di quartiere. Da circa vent'anni ogni mercoledì sera il gruppo consiliare di 'Solidarietà e Partecipazione' si riunisce a porte aperte. Ciò significa che vengono accolti tutti i cittadini per discutere idee, progetti e problematiche che coinvolgono l'intera cittadinanza. Questa fase costituisce una sorta di 'camera di decompressione' fra amministrazione e cittadinanza, perché 'Solidarietà e Partecipazione' possiede un nucleo centrale costituito dall' Amministrazione - intesa come persone elette - e un “cerchio” più ampio formato dai tanti cittadini che abitualmente partecipano alle scelte amministrative, quest’ultimi fondamentali per raggiungere la totalità dei cittadini grottammaresi.
“Assessore, l'attivazione del meccanismo partecipativo ha condotto il Comune di Grottammare alla realizzazione di un' opera molto importante, quella del lungomare e alla progettazione di ANIMA. Di cosa si tratta?”
Negli ultimi anni è emersa un'altra asse importante dell’attività partecipativa, legata alla progettazione delle opere pubbliche.
La prima importante opera è stata quella del lungomare, nata sullo stimolo di un concorso di idee grazie al quale molti giovani architetti hanno avuto la possibilità di presentare progetti di riqualificazione. La valutazione di tali progetti - e la successiva progettazione esecutiva dell’opera - è avvenuta attraverso un percorso partecipativo ampio e coinvolgente. Ciò ha consentito, tra l’altro, la realizzazione interna dell’opera – evitando costi per consulenze esterne. In tale modo abbiamo azzerato i costi di progettazione e ampliato i meccanismi partecipativi e, ad oggi, questa realizzazione ha acquisito un consenso straordinario.
Auspico che tutte le opere pubbliche del futuro vengano eseguite secondo questo principio.
Un altro progetto importante è quello della “Grande Opera” (ANIMA). La Fondazione Cassa di Risparmio ha voluto creare un auditorium con un investimento di diciotto milioni di euro firmato da un archistar ed ha scelto di farlo nel territorio di Grottammare. Anche in questo caso si è proceduto attraverso le riunioni nei quartieri e le discussioni delle varie ipotesi.
La progettazione partecipativa delle opere pubbliche è un ambito di grande interesse, probabilmente quella con le maggiori prospettive per il futuro.
Qual è il segreto del successo di questo modello di 'democrazia”? Pensa ci sia un modo per garantirne la durata nel futuro?
“Penso che il sistema di 'democrazia partecipativa' abbia bisogno di 'rinnovamento' ed anche per questo non abbiamo inserito meccanismi rigidi nello Statuto comunale. Si è deciso di mantenere tutto non regolamentato al fine di garantire dinamicità e continuo adattamento ad un ambiente sociale in continua mutazione. L'evoluzione della democrazia partecipativa deve avvenire anche attraverso strumenti nuovi, soprattutto grazie alle possibilità che offrono le nuove tecnologie dell’informazione.
Perché pensa che il cittadino abbia risposto in maniera così entusiastica all'attuazione di questo modello?
“Intanto bisogna contestualizzare la fase storica a seguito della quale è nato a Grottammare questo modello, ovvero dopo un periodo di grande sfiducia e di lontananza dalle istituzioni politiche, periodo peraltro simile a quello attuale. In tale contesto risultava innovativa la presenza di un'Amministrazione disposta ad ascoltare i bisogni dei cittadini.
Oggi la sfida di chi applica modelli partecipativi è quella di sapersi adattare al cambiamento, nella consapevolezza che la vera partecipazione deriva da una predisposizione culturale e non da un insieme di modelli o tecniche.”
Maria Vera Valastro – Agenzia Stampa Italia