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(ASI) “La Regione Lazio ora va commissariata per gravi violazioni di legge. I consiglieri devono restituire i soldi ai cittadini altrimenti partirà una class action”. Questa la nota motivata dal Codacons che ha poi diffidato il Capo dello Stato Napolitano ed il Governo a sciogliere il Consiglio regionale e commissariare la Regione Lazio. La nota del Codacons continua dicendo che: “Già stamattina sul tavolo di Napolitano, Monti e del ministro Cancellieri la diffida dei cittadini. Gravi violazioni di leggi e danni alla prestazione di servizi essenziali alla base della diffida e, se entro 30 giorni il Governo non delibera il commissariamento interverrà il Tar del Lazio a nominare il commissario e mandare tutti a casa. Ora i consiglieri personalmente dovranno restituire oltre 50 milioni di euro ai cittadini del Lazio altrimenti saranno citati in giudizio oltre che dalla Corte dei Conti anche da una mega class action”. La nota, firmata dal presidente del Codacons Giuseppe Ursini e da Giovanni Pignoloni, un pensionato residente ad Acilia; si basa sugli articoli 120, 126 della Costituzione e sull’articolo 8 della legge 131 del 2003 che prevede l’obbligo da parte del Presidente della Repubblica e del Governo di sciogliere un organo regionale quando si verifichino “gravi violazioni di legge” e danni alle essenziali prestazioni di servizi. Nella nota il Codacons aggiunge anche che: “Si rileva che non solo le gravi violazioni di legge sono state accertate da una sentenza della Corte Costituzionale che aveva annullato le erogazioni di 23 milioni di euro ai “clientes” dei consiglieri, ma che nonostante questa sentenza la Regione aveva continuato, anche nella gestione Polverini, a regalare soldi a tutti i componenti del Consiglio per altrettanti milioni sottratti così alle funzioni di erogazione dei servizi sanitari e di interesse collettivo e sociale”. L’ex capogruppo alla Regione Franco Fiorito continua in questi giorni il suo tour nei salotti della televisione. Ieri sera è stato ospite a La7 alla trasmissione In Onda condotta da Nicola Porro e Luca Telese. Fiorito ha replicato agli affondi dei due giornalisti. Fiorito ha sostanzialmente ribadito quello che già aveva detto a Porta a Porta da Bruno Vespa; difendendo il suo operato, puntando il dito contro il suo nemico Francesco Battistoni.  In un passaggio a La7 ha detto: “Io non volevo fare il capogruppo, dovevo fare l’assessore all’agricoltura ma poi è accaduto il fatto della lista del PdL non presentata a Roma ed in Giunta sono dovuti entrare i non candidati. Mi hanno sbattuto a fare il capogruppo di bambini non avvezzi alla politica. All’inizio pensavo di stare tra persone oneste, ma ora non lo credo”. Ieri giornata di incontri per la governatrice Renata Polverini che nella serata ha incontrato Monti, prima che questi partisse per gli Stati Uniti. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che la stessa Polverini stia ora valutando in modo serio le proprie dimissioni. Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha detto: “Bisogna azzerare la leadership del centrodestra”. Per ora le dimissioni in Regione Lazio l’hanno firmate gli esponenti del Pd che in una nota dicono: “Tutti i consiglieri regionali del Pd Lazio hanno rassegnato le proprie dimissioni irrevocabili per lo scioglimento del Consiglio regionale, al termine della riunione svoltasi in serata presso la sede del partito. I 14 consiglieri del Pd, secondo quanto previsto dall’articolo 19 comma 4 dello Statuto della Regione Lazio, hanno firmato l’atto di dimissioni consegnandolo al capogruppo in Regione, Esterino Montino”. Una mossa quella dei consiglieri del Pd già annunciata qualche giorno prima per porre fine alla legislatura, il quale Pd ha invitato anche gli altri gruppi del centrosinistra a fare lo stesso. Appello raccolto dai Verdi, Sel, IdV e dai vari gruppi che compongono l’opposizione. Un no secco arrivato dall’Udc che sostiene la Polverini in Regione e che non ci pensano proprio a fare cadere il Consiglio regionale. In casa Udc però, a pensarla diversamente è Rocco Buttiglione, presidente del partito che ha detto: “La Polverini farebbe bene a lasciare, non può far finta di nulla. Avrebbe fatto meglio a dimettersi per la dignità sua e di tutta la politica. Se fossi al posto dei nostri consiglieri mi dimetterei”. Pierferdinando Casini, leader dell’Udc in una nota ha detto: “La polemica del Pd mi fa scappare da ridere e da piangere. Si sono accorti ora che ci sono sprechi? Perché non se ne sono accorti quando hanno votato in ufficio di presidenza? Se noi vogliamo essere seri cerchiamo di porre rimedio. Se , invece, vogliamo soltanto strumentalizzare la questione, allora ognuno fa quello che ritiene”. Luciano Ciocchetti, vicepresidente dell’Udc in regione chiarisce: “Noi facciamo parte della maggioranza, non dell’opposizione. Il nostro compito non è dimetterci perché qualcuno ha rubato, o ha usato impropriamente i fondi. Dovrebbero lasciare quelli del PdL”. Nel PdL fino ad ora bocche cucite, unica voce fuori dal coro quella del sindaco di Roma Alemanno che ha sostenuto la necessità di azzerare tutto. Poi in una nota dice: “Nel centrodestra dobbiamo guardarci in faccia e dobbiamo aprire un dibattito questa volta serio non dilatorio. Credo che ci voglia un azzeramento totale all’interno del centrodestra. Sono giorni molto amari per tutta la politica, in particolare per il centrodestra, c’è una sorta di separazione incredibile tra la politica ed il Paese, ci dobbiamo misurare con queste cose. Al di là di atteggiamenti strumentali, dobbiamo tutti fare una riflessione profonda, come sistema complessivo e nel centrodestra”. Intanto anche nella Lista Polverini in Regione alcune spese non proprio ortodosse se così si può dire. Il capogruppo della Lista Polverini in Regione Mario Brozzi, può vantare un singolare primato: nel 2011 è riuscito a spendere 887 mila euro per stampa, manifesti e diffusione per l’attività del gruppo. 110 mila euro spesi dai 13 consiglieri della Lista Polverini per conferenze, incontri, riunioni, convegni. 200 mila euro spesi addirittura per alberghi, bar, ristoranti. Più del doppio spesi invece dai 17 consiglieri del PdL. Non c’è che dire: lo scandalo continua.

Davide Caluppi – Agenzia Stampa Italia

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