Francia:
Oltralpe si è votato per il ballottaggio tra i due candidati che avevano superato, una settimana fa, il primo turno delle presidenziali, ovvero il presidente uscente Nicolas Sarkozy e il socialista François Hollande. La vittoria è andata al candidato socialista, eletto con una percentuale molto vicina a quella dei sondaggi, vale a dire il 51,9%. Hanno pesato molto, per Sarkozy, i voti mancanti degli elettori di Marine Le Pen, candidata del Front National che al primo turno aveva raggiunto circa il 18% dei voti. Bagordi stile vittoria calcistica in varie città di Francia per gli elettori socialisti, che vedono eleggere a presidente francese un loro esponente dopo l'esperienza di François Mitterrand, chiusasi diciassette anni fa.
Grecia:
Il Paese ellenico, dopo sei mesi di governo tecnico presieduto da Papademos, torna a rivestirsi di una parvenza democratica. I greci, seppur scoraggiati a causa delle amare misure d'austerità appoggiate da quasi tutto il Parlamento nel marzo scorso, si sono recati comunque alle urne, dove hanno potuto esprimere chiaramente la loro insofferenza verso la vecchia classe politica connivente coi tecnici. Si prospetta un tracollo per i conservatori di Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok (entrambi sostenitori del governo Papademos). Il Pasok, che si attesta intorno al 13%, viene addirittura superato da Syriza (sinistra radicale), che raggiunge il 16,3%. Grande successo per il partito di Alba Dorata (posizionato all'estrema destra), il quale incrementa notevolmente portandosi al 7% (dallo 0,4% delle ultime elezioni) ed entrando così, per la prima volta nella storia, in Parlamento.
Serbia:
In Serbia si votava per le elezioni presidenziali, legislative e comunali. Le elezioni generali avrebbero premiato a metà lo schieramento riformista e europeista del presidente uscente Boris Tadic, che si sarebbe affermato, seppur di stretta misura, nel voto presidenziale, mentre in quello parlamentare viene dato in testa il leader del fronte conservatore Tomislav Nikolic. Tadic ha raccolto in questo primo turno il 26,8% dei consensi, Nikolic il 25,6%. Scende il consenso nei confronti dei nazionalisti: Jadranka Seselj - moglie del leader del Partito Radicale Serbo che ora è sotto processo al Tribunale de L'Aja, Vojislav Seselj - si è attestata intorno al 3,9% dei consensi.
Germania:
In Germania si è votato solo nel Land dello Schleswig-Holstein, ma questa elezione è stata un banco di prova importante per la colazione guidata dalla cancelliera Angela Merkel. Il suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) governa insieme all’Unione Cristiano-Sociale (CSU) e al Partito Liberal Democratico (FDP), malgrado recenti sconfitte a livello regionale avevano minato gli equilibri di coalizione. Secondo gli exit-pool il CDU resta il primo partito del Land (30,5% dei voti), ma perde molte posizioni rispetto al passato: a questo punto appare verosimile lo scenario di una grossa coalizione di governo del Land tra CDU e socialdemocratici (che hanno ottenuto il 29,5%. Da registrare il notevole balzo in avanti di partiti alternativi agli schemi consolidati della politica degli ultimi 65 anni: i Verdi avrebbero ottenuto il 14% delle preferenze mentre il partito dei Pirati (che è favore di una maggiore democrazia diretta) raccoglierebbe circa l'8% dei voti, garantendosi la presenza nel Parlamento regionale.
Italia:
Dato il costume tutto italiano di collocare le elezioni su due giorni anzichè su uno solo - così incrementandone i costi -, non si hanno ancora affidabili exit pool sulla situazione del voto nei vari comuni in cui esso è previsto. Si tratta del primo banco di prova cui saranno sottoposti i partiti, dopo la nascita del governo tecnico Monti e l'appoggio che i due maggiori cartelli (Pdl e Pd) hanno garantito ai tecnici. Prevedibile che sul voto vi sarà un effetto negativo per chi sostiene in Parlamento un governo che sta producendo "lacrime e sangue", così come si potrà saggiare anche l'effetto delle inchieste giudiziarie che hanno investito Lega, Sel e l'ormai appassita Margherita.