Il vasto programma di riforme, è stato annunciato in seguito alle ispezioni portate avanti dalla “Fair Labor Association”(associazione per il lavoro equo), un gruppo di monitoraggio che in passato aveva denunciato irregolarità da parte della Foxconn, condannando la violazione dell’etica del lavoro ed il codice di condotta industriale, in quanto costringeva tra le varie cose i lavoratori a svolgere turni da 60 ore settimanali per 11 giorni consecutivi. La Apple si è unita al gruppo di monitoraggio chiedendo di indagare all’interno delle sedi della Foxconn dove vengono prodotti le componenti per l’azienda di Cupertino.La Foxconn è il principale datore di lavoro privato in Cina con 1.2 milioni di impiegati.
La Fair Labor Association ha intervistato 35,000 dipendenti della Foxconn ed ha ispezionato 3 delle sedi più grandi scoprendo che il 47% dei lavoratori è stato testimone o ha subito personalmente incidenti sul lavoro. Due terzi delle persone intervistate hanno dichiarato che il loro stipendio non è sufficiente nemmeno per le spese necessarie al sostentamento e che non esistono sindacati che tutelino i loro diritti. I lavoratori sentono una costante paura di non trovarsi al sicuro, secondo Auret van Heerden, presidente della Fair Labor Association.
Il nuovo amministratore della Apple Tim Cook ha di recente visitato la Cina fermandosi in una sede della Foxcon a Zhengzhou. In seguito la Foxconn ha fatto uscire un comunicato stampa annunciando che entro il 2013 nessun lavoratore avrebbe lavorato per più di 49 ore settimanali.
Il quartier generale della Foxcon si trova a Taiwan ed è controllata dal miliardario Terry Gou, il quale ha commentato dicendo “ alla fine della giornata è una questione di immagine , di riconoscimento, e reputazione”, e non va dimenticato che la stessa azienda è la principale esportatrice di prodotti Cinesi.
La Apple si è imbarcata in una politica di trasparenza e ha promesso di impegnarsi nel monitoraggio delle condizioni di lavoro dei propri fornitori . Secondo la Fair Labor Association, la Foxconn spingerebbe i lavoratori a dichiarare il falso, e la associazione pr il lavoro equo avrebbe trovato prove concrete di come l’azienda cinese prepari le risposte per i propri dipendenti con chiare dichiarazioni false rendendo quindi l’opera di monitoraggio relativamente affidabile.