(ASI) Lettra in redazione. Cara redazione,
premetto che queste poche righe forse mi attireranno critiche e rimproveri, ma sono duro con gli altri così come lo sono con me stesso.
Mentre noi stiamo comodamente al calduccio nelle nostre case o a spasso in qualche locale di Roma o di altre città italiane, a qualche centinaio di chilometri dalla nostra terra, c'è una piccola parte di un popolo che si sta battendo per la propria libertà. Un popolo erede di quella Grecia di così grande importanza per tutto il pensiero europeo e sulla cui culla si è impiantato il cristianesimo.
Uno degli ultimi pezzi di Europa che verrà soffocato dall'esercito al soldo degli usurai internazionali. Continuiamo e pensare al nostro orticello, al nostro interesse particolare, alle nostre comodità.
Non saremo qui adesso se i nostri antenati non si fossero schierati a Lepanto, a Malta, a Vienna e diverse altre volte a difesa della propria terra e delle proprie genti.
Invece abbiamo dimenticato quelle lezioni e ci siamo riempiti di egoismo, borghesismo, infinita sete di accumulo di cose terrene. Rimaniamo a guardare in silenzio, un bel silenzio che peserà sul nostro destino. Lo stesso silenzio di Budapest 1956...
La verità è che la Grecia sta per essere definitivamente strozzata. Noi, egoisti che non siamo altro, ci meriteremmo la stessa fine, morti di fame ad andare a mangiare tra i secchioni. Forse, ma non ne sono convinto, in quel caso potremmo svegliarci.
Intanto prepariamoci ad un 2012 in recessione aspettando che la manovra Monti arrivi nell'economia reale.
Affidiamo i fratelli greci alla Vergine Maria, fortezza inespugnabile.
Fabrizio.