(ASI) Dopo quelle della scorsa settimana si svolgeranno oggi in Messico nuove proteste contro i previsti aumenti del prezzo del carburante stabiliti dal governo.
Le opposizioni ed i manifestanti hanno annunciato che questa mattina occuperanno tutte le stazioni di servizio nella capitale, Città del Messico, situate tra la stazione metro di San Antonio lo stadio Azteca. sempre questa mattina si terrà poi una conferenza stampa presso la metropolitana di Villa Cortes per pubblicizzare le loro azioni ed avanzare le loro richieste al governo.
Carlos Cabrera, esponente di spicco del movimento che si oppone agli aumenti decisi dal governo ieri ha annunciato che una nuova grande manifestazioni si terrà sabato 7 gennaio.
Nei giorni scorsi il presidente Enrique Peña Nieto ha deciso che a partire dal prossimo 3 febbraio ci saranno aggiornamenti settimanali dei prezzi dei carburanti per renderli corrispondenti ai prezzi di mercato, una misura che secondo le opposizioni comporterà un pesante aggravio per le tasche dei cittadini. Anche la società dell’energia elettrica ha annunciato aumento dei proprio tassi nel corso del 2017.
Secondo le stime dei manifestanti il prezzo del carburante potrebbe aumentare fino al 20 per cento sia per la benzina che per il diesel, anche se Juan Pablo Castanon, presidente della Commissione per il ordinamento degli affari (Cce), ha parlato di dati in linea con il mercato e che traineranno l’inflazione perché “la liberalizzazione dei prezzi andrà nella giusta direzione” rilanciando l’economia.
Negli ultimi tempi il Messico ha perso parte della sua capacità di raffinare carburanti ed oggi vengono importanti 6 litri di carburante su 10. Commentando questi dati l'analista Gerardo Esquivel, dottore in economia presso l'Università di Harvard ha spiegato che questo “è il risultato di una politica energetica che ha portato il Messico ad importare carburante dall’estero piuttosto che raffinarlo in loco”.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia