(ASI) Orlando – Il fondamentalismo islamico colpisce ancora. Questa volta il massacro va in scena negli U.S.A.. Nella notte del 12 giugno a Orlando (Florida) un uomo armato di un fucile d’assalto e di un ordigno ha fatto irruzione nel locale “Pulse”.
Il locale notturno rientra nell’ambiente delle frequentazioni “omosessuali” Omar Mateen – il nome dell’attentatore – è entrato nel locale causando la morte di 50 persone e ferendone 53. Barricatosi dentro con degli ostaggi, è stato poi ucciso dalla polizia. L’F.B.I. sta portando avanti le delicate indagini, per scoprire se il movente dell’attentato fosse di natura “terroristica”. Mateen è un trentenne americano di origini afghane. Il padre ha dichiarato che il movente della strage è l’odio per i gay: «Il movente religioso non c’entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato». Aggiungendo di essere scioccato come tutti gli americani. Lo Stato Islamico non ha fatto, però, tardare la propria rivendicazione. Attraverso il suo organo ufficiale “L’Amaq”, l’I.S.I.S. ha affermato: «L'attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato Islamico».
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia