(ASI) "Le sanzioni approvate dall'esecutivo Onu vengano sospese in attesa che si accerti la verità su quanto accaduto in Libia".
Così il Rais libico Ghedafi afferma in una lettera stesa insieme al governo, destinata ai 15 stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aggiungendo: "Le minacce da parte di alcuni Stati a ricorerre all'uso della forza per risolvere la situazione in Libia, vanno contro la Carta delle Nazioni Uniti e le norme del diritto internazionale sulla sovrantià di uno stato. Chiediamo a riguardo un atteggiamento più fermo contro queste intimiazioni".
Intanto continuano senza sosta le rivolte che da ormai diciotto giorni proseguono nel Paese nord-africano: ad al-Zawiyah, città a circa 40 chilometri da Tripoli, le milizie del Rais avrebbero ingaggiato violenti combattimenti contro i ribelli, nel tentativo di riprendere sotto controllo il centro della città e causando almeno 25 morti. In Cirenaica, nei pressi di Bengasi, le truppe del Colonnello avrebbero oi effettuato bombardamenti contro depositi di armamenti provocando altre 27 vittime.