Migliaia di unionisti sono scesi in strada fin da lunedì scorso, giorno del voto, brandendo le “union jack” e invadendo il centro di Belfast, alcuni sono anche riusciti a varcare la soglia del palazzo municipale (City Hall).
La notte tra venerdì e sabato le tensioni hanno di nuovo incendiato Belfast: la polizia ha caricato circa 200 manifestanti a Shaftesbury Square, altri scontri dove si sono registrati lanci di bottiglie incendiarie e razzi contro gli agenti si sono avuti anche a Bradbury Place. In altre zone del centro diverse automobili sono state date alle fiamme.
Ora gli scontri sono sconfinati anche oltre il perimetro centrale della capitale Belfast. Si registrano proteste e disordini nelle aree di Greater Belfast, Ligoniel Road (North Belfast), Bangor e Enniskillen.
Sembrano dunque caduti nel vuoto gli inviti alla calma pervenuti dal Segretario di Stato americano Hillary Clinton, giunta a Belfast nei giorni scorsi. “L’unica strada da percorrere è quella pacifica e democratica. Non ci può essere posto nella nuova Irlanda del Nord per qualsiasi violenza. Ciò che resta del passato deve essere rapidamente, e inequivocabilmente condannato. La democrazia richiede - ha concluso la Clinton - dialogo, compromesso e impegno costante da parte di tutti per proteggere i diritti di tutti”.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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