(ASI) Vittorio Sgarbi è stato – ed è ancora – uno dei più grandi intellettuali italiani. Storico e critico d’arte, giornalista, scrittore, opinionista, politico, viceministro, assessore: nella sua vita ha intrecciato più carriere, riuscendo a portarle avanti con una dedizione e una capacità di comunicazione che pochi hanno saputo eguagliare.
Una mente brillante che ci fa riflettere, ragionare e ci porta per mano a capire cose che non immaginavamo
(ASI) Vittorio Sgarbi è stato – ed è ancora – uno dei più grandi intellettuali italiani. Storico e critico d’arte, giornalista, scrittore, opinionista, politico, viceministro, assessore: nella sua vita ha intrecciato più carriere, riuscendo a portarle avanti con una dedizione e una capacità di comunicazione che pochi hanno saputo eguagliare.
Sgarbi non è mai stato un personaggio banale. La sua voce, talvolta ironica e pungente, altre volte esplosiva e travolgente, ha accompagnato il dibattito pubblico per decenni. Ci ha fatto ridere, discutere, arrabbiare, ma soprattutto ci ha fatto pensare. Il suo pensiero, diverso, acuto, creativo, ha rappresentato un raro esempio di libertà intellettuale in un’Italia spesso incastrata nei luoghi comuni.
Poi, a un certo punto, tutto si è fermato. La sua carriera, il suo ritmo frenetico, la sua presenza costante tra televisioni, piazze e palcoscenici: una pausa improvvisa, di cui ancora non conosciamo fino in fondo il motivo. Ma ciò che oggi emerge con forza è il senso di vuoto che questa assenza ha lasciato.
Sgarbi manca ai suoi sostenitori, che lo hanno seguito fedelmente per anni, ma forse manca anche ai suoi detrattori: perché un pensatore libero, con le sue provocazioni e le sue contraddizioni, dà sempre valore al dibattito. Senza di lui, il confronto pubblico appare più piatto, meno stimolante, più prevedibile.
La sua è una mancanza che si avverte nella cultura, nel giornalismo, nella politica, ma anche nella quotidianità di chi aveva fatto della sua presenza un appuntamento fisso. E allora il desiderio che molti condividono è chiaro: ritorna con noi, Vittorio. Se non davanti alle telecamere, almeno con la scrittura, con la riflessione, con quel patrimonio di idee e conoscenze che solo una mente come la tua può ancora regalarci.
Perché la tua voce, geniale e inconfondibile, è una di quelle che l’Italia non può permettersi di dimenticare.



