(ASI) Ieri si è tenuto presso l’Hotel Diplomatic di Torino la presentazione del Meeting d’atletica leggera. Le gare si svolgeranno Venerdì 8 giugno presso lo stadio Primo Nebiolo, cerimonia d’apertura alle ore 20, chiusura con fuochi d’artificio per le ore 23. Le discipline che si vedranno saranno: 100, 200, 400, 800 e 5000 metri maschile; 110metri ostacoli maschile e salto in alto. Per le donne invece si correranno i 100 e 800 metri, i 100m ostacoli, getto del peso, salto triplo e salto in alto.
Alle ore 12 piccola introduzione del direttore sportivo del CUS, Riccardo D’Elicio che con toni provocatori e pesanti ha espresso tutto il suo rammarico verso la federazione italiana d’atletica leggera; quest’ultima rea di non aver dato fondi o di non voler aiutare il CUS per l’organizzazione dell’evento. Il ds continua dichiarando che se queste sono le volontà allora il suo circolo uscirà dalla federazione e farà progetti in proprio. Ecco alcune sue parole al riguardo: “in questa settimana in tutta Italia ci sono circa 8 meeting e anche per colpa della crisi è stato difficile trovare fondi necessari, è stato faticoso trovare atleti disposti a venire alla nostra XII° edizione. Anche nel panorama visivo bisogna ringraziare la RAI, unica emittente nazionale, che ci ha garantito 2 ore di diretta. Quest’anno le stelle presenti saranno il britannico Dwain Chambers, il russo Ivan Ukhov e la cubana Yusneysi Caballero.”
Partiamo con la prima intervista dall’atleta senza bandiera la Caballero. Questa giovane atleta di 28anni ha la sfortuna di non poter gareggiare alle Olimpiadi in quanto non ha il passaporto italiano, nonostante sia nel nostro paese dal 2007, e non ha più la cittadinanza cubana. Yusneysi racconta la sua storia, le sue impressioni per la gara di domani e la speranza in vista dei Mondiali: “Sono nata a Cuba e da quando ho 12anni ho iniziato a correre, sono entrata nella squadra senior del mio paese all’età di 18anni. Poi nel 2007 mi sono trasferita in Italia perché mia sorella ha sposato un sardo, ho chiesto ed ottenuto dal governo castrista di liberarmi e lasciarmi nel vostro paese. Purtroppo da quel momento la federazione Italiana non ha mosso un dito per farmi diventare cittadina di questo paese. Senza un passaporto non posso andare a Londra, ma spero che per il 2014 qualcosa si muova almeno potrò rappresentarvi degnamente. Io vivo e mi alleno a Padova e nel mese di Novembre vado 4 mesi in Kenya. Del meeting ho un ottimo ricordo, l’anno scorso ho ottenuto il record sui 800m e spero di abbassarlo ulteriormente.”
Dopo un breve pranzo, dovuto all’indisponibilità di Chambers che era in una scuola, si continua con le interviste. È il turno del russo Ukhov arrivato in tarda mattinata dal meeting polacco. Il ragazzone di 26anni parla delle sue esperienze e delle aspettative. “La mia federazione per scegliere chi dovrà rappresentare la patria fa una specie di meeting dal 5 al 7 luglio, i migliori tre di ogni competizione partiranno di diritto, i quarti saranno le riserve che saranno chiamati in caso di forfait. Mi scuso per l’espressione un po’ stanca ma ho gareggiato meno di 24ore fa in Polonia saltando a 2.37; spero che domani (oggi per chi legge) possa superare il mio record personale saltando a 2.41.. comunque mi sento bene, la gamba la sento molto bene.”
Per ultimo interviene il centometrista inglese Dwain, l’atleta 34enne che nel 2003 era stato trovato positivo al test de doping, ma è anche stato uno dei pochi che ha ammesso l’errore e che ora lotta contro chi ne fa uso, un campione in tutti i sensi. All’arrivo l’atleta chiede scusa per il ritardo. Era stato invitato dalla scuola media Dante Alighieri di Torino per parlare ai ragazzi dello sport, della corsa e per far conoscere uno sport che in Italia è ancora poco praticato. Simpatico anche il siparietto con l’interprete ogni qual volta doveva rispondere a una domanda. Ecco cosa racconta ai cronisti accorsi per sentire le sue impressioni: “Sono molto felice di essere ritornato al meeting di Torino, nel 2009 ho anche vinto l’oro nei 60m. Dopo la squalifica per due anni dovuti al doping ho anche cercato di cambiare sport, volevo provare con il football americano, ma non mi trovai bene. Nel 2006 poi sono tornato a gareggiare e arrivai terzo. Sono stato da poco invitato a vedere un torneo Jamaicano con il mio amico Asafa Powell e posso dire che li c’è la miglior fucina di talenti. Bolt è un mostro ci vorranno anni prima che qualcuno possa batterlo. Nella nostra federazione si sta facendo strada Adam, è un bravo ragazzo ha ottimi margini di miglioramento. A chi mi chiede se è vero che sulla pista bagnata noi corridori siamo avvantaggiati dico no, perché dobbiamo essere abituati a correre su ogni terreno. Non c’è una pista migliore di un’altra. Il mio obbiettivo è cercare di esserci alle Olimpiadi di Londra ed arrivare tra i primi otto. Non sarà facile ma ci proverò. Infine dico che è giusto fare il test della droga dopo le gare, lo sport bisogna che sia pulito e io ho capito l’errore e ogni volta che vengo sorteggiato non vengo trattato meglio di altri. Torino porta bene, chi ha vinto l’oro al meeting ha vinto una medaglia alle olimpiadi, speriamo si avveri.”