(ASI) Argentina - Il campione spagnolo e il quartetto italiano. Il secondo Gran Premio della stagione ha il suo dominatore incontrastato e si chiama Marc Marquez. Lo spagnolo risponde subito ad Andrea Dovizioso dopo il Gp del Qatar con una vittoria netta, ma lo spettacolo per tutta la gara ha avuto come protagonisti indiscussi i quattro piloti azzurri.
Dovi, Valentino Rossi, Danilo Petrucci e Franco Morbidelli non si sono risparmiati, con un susseguirsi di sorpassi e controsorpassi più volte applauditi dal pubblico.
La pole position era di Marquez. Gara eccellente del catalano che non ha mai perso la prima posizione dopo una partenza a fionda. Dietro la bagarre tutta italiana, l'unico peccato è stato quello di Morbidelli, andato fuori pista all'ultimo giro insieme al pilota Yamaha Maverick Viñales, dopo una prestazione straordinaria.
Davanti a loro, si sono sfidati fino all'ultima curva Dovizioso e Rossi, con il 40enne che sembrava quello dei tempi d'oro. Staccate perfette e sorpassi millimetrici, fino ad avere la meglio sul rivale all'ultimo giro. Marquez è stato agevolato dai duelli per il podio che hanno rallentato i tempi degli avversari, ma non vuol dire che la competizione non sia apertissima. Alla buona gara degli italiani si contrappone un'altra prestazione opaca di Jorge Lorenzo, irriconoscibile sulla Honda e solo undicesimo al traguardo. Bene anche l'altro ducatista Petrucci, non fosse per un calo nel finale che lo ha fatto arrivare "solo" sesto, dietro all'australiano Jack Miller e allo spagnolo Alex Rins.
Il sorriso di Rossi è l'immagine più significativa di un weekend estremamente bello per lui. Il nove volte campione del mondo torna così nelle posizioni e nelle sfide che contano. «Abbiamo lavorato bene in questi ultimi giorni. Un Gran Premio incredibile», parole che riflettono ancora una volta la sua semplicità. Con questo ordine di arrivo la stagione si avvia verso un nuovo confronto fra Marquez e Dovizioso per il titolo mondiale, anche se va tenuto d'occhio un Rossi che sembra aver trovato l'assetto giusto per la sua Yamaha, come non accadeva da tempo.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia