(ASI) Il Perugia non brilla nella canicola del Pian di Massiano, ma batte la Triestina e va avanti in Coppa Italia. Il prossimo turno contro il Brescia, stadio da decidere. Nessuno ragionevolmente avrebbe potuto aspettarsi una squadra brillante e coi meccanismi già tutti a punto.
E Oddo stesso lo conferma nel post gara, sottolineando che finora ha molto lavorato sulla fase difensiva, che stasera non a caso ha retto bene. Ancora molto lavoro da fare, invece, nella fase di costruzione del gioco, che spesso si è impigliata nel pressing asfissiante dei triestini. Il Perugia per tutto il primo tempo ha allora cercato la verticalizzazione lunga, ma spesso ha sbagliato i tempi e la misura per eccesso di frenesia. Meglio sotto questo aspetto la ripresa, quando la squadra ha giocato più bassa e la Triestina, dovendo recuperare il risultato, è un po’ avanzata e ha lasciato più spazi dietro la linea di centrocampo. In avanti, Iemmello è risultato spesso isolato, ma secondo Oddo questo è normale perché il Perugia deve ancora perfezionarsi nei meccanismi con cui le mezzali e i trequartisti supportano la punta. Il cantiere Perugia continua, il lavoro da fare è molto. Per ora, le note positive sono che la squadra cerca con continuità il gioco e alcune individualità. Su tutte Fernandes, che ha confermato di avere numeri capaci di creare la superiorità numerica e metter in difficoltà i difensori avversari. Buona la prova di Di Chiara e quella di Falzerano, il cui fisico brevilineo gli permette di essere avanti nella condizione fisica. Bene tutta la difesa, con sugli scudi i due centrali, sempre tempestivi nel tamponare le incursioni dei friulani sfuggite al filtro della mediana. Da rivedere, invece, Capone che proprio non ha inciso in nessun modo sulla partita.
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia