(ASI) La vita di Matt è sempre stata caratterizzata da scelte ben definite. Essendo nato nell’ isola d Guernsey, nel mezzo del canale della Manica, Le Tissier poteva infatti scegliere se giocare con la nazionale inglese o con quella scozzese, alla fine optò per la prima soluzione.
Si può tranquillamente affermare che sia per quanto riguarda la squadra di club che la nazionale, il fantasista britannico si sia cucito addosso le maglie che amava.
L'unico tentennamento che mise a repentaglio l'infinita storia d'amore coi Saints lo ebbe all'inizio degli anni 90, fonti attendibili sostengono che nel '91 in un primo tempo Matthew accettò l’ offerta di trasferimento del Tottenham, ma quando arrivò a Londra, un secondo dopo aver firmato, fu colto da un ripensamento dettato dal cuore, strappò il contratto in mille pezzi e tornò nella sua Southampton, il resto è storia.
L’ amore dei tifosi dei saints nei suoi confronti del quale abbiamo ampiamente parlato, è sintetizzato a meraviglia dal soprannome che gli stessi gli hanno dato, “Le God”.
L'unica onta della sua leggendaria carriera al “St.Mary” risale invece alla fine degli anni 90, il compagno di squadra Lundekvam parlò infatti di un suo coinvolgimento in un giro di calcioscommesse che riguardava direttamente il Southampton, successivamente nella sua autobiografia ammise che l’ unica volta nella quale si avvicinò al calcioscommesse, fu per assecondare un amico, che aveva puntato forte su chi avrebbe battuto la prima rimessa laterale. Dopo il calcio d’ inizio Matthew sbagliò appositamente il passaggio ad un compagno mettendo appunto il pallone in fallo laterale. Questa piccola macchia però, non ha minimamente scalfito la stima e l’ ammirazione che tifosi ed appassionati di calcio hanno nei suoi confronti.
Ulteriore saggio di umiltà lo diede dopo il suo ritiro dal mondo del calcio, quando impose alla dirigenza del Southampton di non ritirare la sua maglia numero 7, bensì di assegnarla ogni anno al calciatore di maggior fantasia.
La sintesi perfetta di questa meravigliosa love story è rappresentata dall'esaustiva dichiarazione dell'ex presidente del Southampton: “La chiave del suo gioco era che tutto quello che faceva era bello, e lo faceva sembrare una forma d’arte: i rigori stravaganti ,le splendide punizioni i, lanci lunghi, la precisione del dribbling e in generale tutte le giocate che faceva Matthew, francamente non si sono mai viste in questa città”
Questo è stato ed è Matt le Tissier, per Southampton e per il mondo del calcio tutto.
Alessandro Antoniacci-Agenzia Stampa Italia
Le bandiere del calcio: Matt Le Tissier (prima parte)
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