(ASI) Stavolta il Perugia vince di pazienza e di intelligenza. Il Brescia è squadra che sa giocare al calcio, con abili palleggiatori e, là davanti, un Caracciolo capace di intercettare ogni palla capitata al limite dell’area e di tener alta la squadra.
Il primo tempo su ritmi bassi esalta il gioco dei lombardi, che comunque non concludono quasi mai. Il centrocampo del Perugia non aggredisce gli spazi, Camplone si arrabbia con Verre e Fazzi perché girano a vuoto. Lo 0-0 è scontato. Poi, nella ripresa, le sostituzioni fatte dal tecnico perugino sono decisive. Parigini per Fazzi al 15’e Perea per Rabusic alla mezz’ora permettono di alzare i ritmi, che era poi l’unica combinazione in grado di aprire la cassaforte bresciana e assicurare i tre punti. Perea, appena entrato mette lo zampino sull’azione del rigore e, poi, nel finale dimostra una voglia di esserci, di lottare e di aiutare la squadra che fanno ben sperare. Il Perugia nel secondo tempo ha saputo aspettare il calo del Brescia, ha guadagnato spazi, ha cominciato a giocare con insistenza nella metà campo lombarda. Prima del gol di Taddei, la banda Camplone ha saputo creare due o tre situazioni (con Falcinelli e Rabusic) che ne hanno, in una valutazione complessiva, legittimato la vittoria. Come ha riconosciuto sportivamente l’allenatore ospite, Iaconi, il Perugia ha vinto perché ha cercato di più i tre punti, ma anche perché è squadra che sa giocare al calcio. Credenziali che garantiscono un campionato da protagonista. Il primo posto non è casuale.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
Damiele Orlandi - Agenzia Stampa Italia