(ASI) In silenzio stampa. Ma si potrebbe non parlare per diverse ragioni. Molti adducono all’arbitraggio che ha negato sia un goal regolare a Pepe e ha negato un rigore, dopo un placcaggio a Matri da parte di Robert Carvalho; poi ci sarebbe l’intervento in area di Pirlo, ma d’altra parte le parole vengono meno quando Vucinic, in gran forma, ha preso una traversa e un palo e Pepe pure.
La Juve ha messo anima e cuore, ha messo alle corde il Genoa, pericoloso subitissimo con Palacio e in altre occasioni in contropiede, ma i bianconeri con ben dieci tiri hanno impegnato Frey. La Juve ha tenuto pure con ¾ della difesa fuori, attaccando da destra a sinistra, sfondando e provando dalla distanza, ma tanto un misero 0 a 0. E’ un brutto momento, forse il peggiore, ma vede ormai lo scudetto come un’ombra, visto che il Milan, seppur faticando, hanno domato un fastidioso Lecce, proprio con gli ex Juve Nocerino e Ibraimovich. Fortunatamente oltre al danno, non c’è stata la beffa, perché la Lazio nervosa e distratta è inciampata con l’ottimo Bologna che aggiunge un altro grande risultato, dopo il pareggio proprio con la Juve. Conte, un leone in gabbia, nella tribuna di Marassi, le ha provate tutte, ha spolverato il poco usato Elia, ha rimesso in gioco Del Piero, ma quando non deve entrare non va e con un Milan, cui tutte vanno liscie, persino quando fa black out (come con l’Arsenal), gli entusiasmi vanno via. C’è comunque rabbia, perché la Juve non demorde, lotta, ma non concretizza. Ci sono solo 4 punti, ma con un Milan così, e una serie di 6 pareggi in otto partite, cosa bisogna fare? Forse, dimenticare la classifica, provare a vincere il più possibile e poi chissà, con qualche aiuto dall’alto, il diavolo potrebbe anche cadere…
Daniele Corvi Agenzia Stampa Italia
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