(ASI) Sventola il bianconero in vetta, ma è quello di Udine. Fatale giornata per la Juve, anche se era nell’aria la detronizzazione. 4 pareggi in 7 partite sono davvero troppi e quest’ultimo con il Genoa ha dell'incredibile.
Due volte in vantaggio e due volte rimontata, per un imperdonabile dormita della difesa. Ancora una volta è tornato il tallone d’Achille bianconero degli ultimi anni e Rossi e Caracciolo hanno messo in evidenza ciò. Rimane il bel gioco, un Matri in grande spolvero a segno due volte, la classe di Pirlo (pregevole il velo nel secondo goal su assist di Vucinic), tante occasioni, ma poca concretezza, perché per quanto si è creato solo la prima partita ha visto una Juve convincente e anche la favolosa partita con il Milan, sul finale ha regalato i goal. Oltre a ciò lo stesso Milan ha messo il turbo e la favolosa rimonta con il Lecce da 3 a 0 a 3 a 4, è l’intangibile prova che è la squadra da battere. Roma e Inter con uno striminzito 1 a 0 si sono rimesse in carreggiata e insediano anche loro insieme al Napoli fermato sullo 0 a 0 da un ottimo Cagliari. Conte ribadisce sempre si parte dal settimo posto e forse è bene tornare con i piedi per terra e fischiare come si è sentito a fine a gara. Il popolo juventino è veramente stanco di illudersi nuovamente e di vedersi sempre gli altri davanti. Comunque questa volta Conte non può esimersi dal banco d’accusa, in quanto ha gestito veramente male gli ultimi minuti, dove per poco non ci stava il sorpasso. Non ha senso mettere Pazienza e Krasic, per Vucinic e Estigarribia quando giocano bene e sul finale per tentare di salvare la partita metti Del Piero. Vergognoso è a dir poco il trattamento che quest’ultimo ha subito il capitano, dal presidente Agnelli. Con un gesto ha messo alla porta 17 anni di fedeltà e successi con l’indignazione della tifoseria e di chiunque faccia o ama il calcio. C’è molta amarezza e ora con un calendario che da martedì in poi vede Fiorentina, Inter, Napoli, Lazio e Palermo si teme davvero il peggio e di rivivere l’ennesima stagione mediocre.