(ASI) “Penso che sia arrivato il momento di ritirarmi, è stata una decisione difficile e sofferta, ma con la testa sono arrivato alla fine.” Queste le parole di addio al calcio giocato di Luca Toni, attaccante dell’Hellas Verona durante la conferenza stampa. Toni aggiunge: “ Domenica contro la Juventus sarà l’ultima partita, sono stati tre anni fantastici, ho contribuito alla storia di questo glorioso club. Sarà bello condividere questo momento in uno stadio come il Bentegodi, sarà un misto di gioia e tristezza, i tifosi mi hanno fatto sentire un calciatore importante.”

Il centravanti emiliano non ha escluso però di restare comunque a Verona con un altro ruolo, magari come dirigente: “Non c’è nessun contratto con il Presidente, faremo una chiacchierata a fine campionato e se le mie idee andranno di pari passo con quelle della società, sarò felice di andare avanti.”
L’Hellas Verona, neopromossa in Seria A acquistò Toni nel 2013, l’attaccante chiuderà quella stagione con un totale di 21 gol in 36 partite, diventando così il miglior marcatore dei gialloblu, superando il precedente record di 15 reti appartenuto da Gianni Bui e Nico Penzo.
L’anno successivo con il gol segnato contro l’Udinese, raggiunge quota 300 reti complessive da professionista nella sua partita numero 300 in Serie A. Nel 2015 diventa il miglior realizzatore di tutti i tempi dell’Hellas Verona, chiudendo la stagione da capocannoniere con 22 reti in 38 partite.
Luca Toni esordisce in serie A nel 2000 a 23 anni con il Vicenza; passerà poi al Brescia per la cifra record di 30 miliardi di lire, l’acquisto più oneroso nella storia del club. Nel 2003 venne acquistato dal Palermo, retrocesso in Serie B, dove diventa capocannoniere del campionato con 30 gol in 45 partite, aiutando così’ la squadra siciliana ad essere promossa nella massima categoria grazie la vittoria del campionato. Nell’estate del 2005 si trasferisce alla Fiorentina per 10 milioni di euro, a fine stagione si laurea capocannoniere del campionato con 31 gol, superando il record di gol in una singola stagione di Kurt Hamrin e Gabriel Omar Batistuta che di fermarono a quota 26.
Toni a Firenze ha vissuto probabilmente il suo momento migliore, diventa il primo italiano in assoluto a vincere la scarpa d’oro, attirando su di sé grande visibilità. A Firenze arriva da giocatore maturo, totalizza in 99 presenze 57 reti, con Cesare Prandelli, allora allenatore della squadra instaura subito una grande intesa e i frutti si notarono fin da subito.
Nel 2007 all’età di 30 anni tenta l’avventura tedesca, trasferendosi al Bayern Monaco per 11 milioni di euro. Con i bavaresi nel 2008 diventa campione di Germania, chiudendo la stagione laureandosi capocannoniere della Bundesliga con 24 reti e della Coppa UEFA con 10 reti, in totale realizzò 58 reti in 90 presenze totali. Negli anni successivi veste le maglie di Roma, Genoa, Juventus e Al Nasr (Dubai).
L’esordio con la maglia della nazionale azzurra avviene nel 2004 a 27 anni nell’amichevole contro l’Islanda, l’allora ct Marcello Lippi lo convocò perché impressionato dai suoi 30 gol segnati la stagione precedente in Serie B con il Palermo. Il 9 luglio 2006 diventa campione del Mondo nella partita vinta ai calci di rigori contro la Francia per 6 a 4, quel l’anno venne inserito nella lista All Star dei migliori 23 giocatori del Mondiale. Con la Nazionale totalizza 47 presenze condite da 16 reti.
Una carriera eterna. Rimarrà nella storia la sua esultanza con la mano destra che ruota vicino all’orecchio, un vero killer sotto porta, uno dei più prolifici attaccanti italiani. Ora è toccato a lui, verrà poi il momento anche per Totò Di Natale e Francesco Totti, vere e proprie bandiere per Udinese e Roma, con loro tre andranno via quasi mille gol, sarà una grande perdita per il calcio italiano ma questa è un’altra storia.

Francesco Rosati - Agenzia Stampa Italia

foto di Paul Blank Licenza  Creative Commons

 

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