Castel Rigone (4-3-1-2):Franzese 6,5; Cangi 6,5, Gimmelli 7, Moracci 7, Petterini 6,5; Montanari 6,5 (dal 32’ s.t. Bontà s.v.),Vicedomini 6,5,Ubaldi 6; Coresi 6 (dal 13’s.t. Redi 7); Agostinelli 6,5, Di Paola 7 (dal 18’ s.t. Tranchitella 8);
A disposizione: Zucconi, Sbaraglia, Mattelli, Cappai. All. Marco Di Loreto 7.
Messina (4-3-3):Lagomarsini 7; Silvestri 6, De Bode 5,5, Ignoffo 6,5, Bolzan 6,5; Guerriera 6,5 (dal 27’ s.t. Lasagna s.v.), Bucolo 6,5, Simonetti 6; Costa Ferreira 6, Chiaria 6, Corona 6 (dal 19’ s.t. Gherardi s.v.). A disposizione: Iuliano,Quintoni,Caldoro,Caiazzo, Buongiorno.All. Gaetano Catalano.
Arbitro:Carmine Di Ruberto di Nocera Inferiore. Assistenti:Garito di Aprilia e Mangino di Roma 1.
Note. Ammoniti: Bucolo,Simonetti, Silvestri, Vicedomini, Montanari. Spettatori circa 700 con una nutrita rappresentanza di supporter messinesi.
Calci d’angolo 6- 4 per il Messina. Recuperi: 2’ e 5’.
Una gara combattuta e avvincente, a tratti anche bella, tra due matricole ambiziose. Ha vinto meritatamente il Castel Rigone che ha cercato con più determinazione il successo, ha creato più occasioni da gol ed ha tentato in tutti i modi di far breccia in una squadra, quella giallorossa, in grado di chiudersi a riccio, soffocando sul nascere tutte le manovre, a volte lente ed eccessivamente elaborate, dei padroni di casa. E ci sono volute, alla fine, due prodezze del suo cannoniere principe, Dario Tranchitella, entrato nel secondo tempo, per conquistare i primi tre punti di questo appassionante campionato e costringere alla resa un Messina che non perdeva da nove mesi e da 22 partite. E dire che l’incontro si era messo subito bene per la squadra di Cucinelli, perché Coresi, già al primo minuto, si era trovato solo davanti al portiere ospite e non era riuscito a concretizzare. Ancora più ghiotta l’occasione capitata qualche minuto dopo, al 13’, quando Agostinelli, in area giallorossa, cercava di scavalcare con un pallonetto De Bode, il difensore non sapeva far altro che toccare la palla con le mani. Calcio di rigore. Sul dischetto andava lo stesso giocatore che però tirava centralmente ed il portiere degli ospiti parava senza eccessive difficoltà. Due occasioni in pochi minuti, sprecate in quel modo, potevano far nascere difficoltà sotto l’aspetto psicologico, i biancoblu umbri,invece, sapevano reagire dimenticando alla svelta quanto era successo e sfiorando il gol con un colpo di testa di Di Paola. Stesso impegno, stessa ricerca del gol che però non arrivava perché Coresi, il trequartista, seppure in qualche frangente trovava la lucidità per verticalizzare le azioni offensive, spesso si smarriva in mezzo al campo con disarmante facilità. Il Messina, intanto, non stava certo solo a guardare: da vecchi e navigati mestieranti, i giocatori di Catalano chiudevano i varchi con rapidità e quando potevano cercavano anche di attaccare. Specialmente con quella volpe di Corona (quasi quarantenne) che, si sa, perde il pelo ma non il vizio del gol e, infatti, al 18’ era velocissimo a incunearsi nella difesa del Castel Rigone e battere a rete, sfiorando il bersaglio di pochi centimetri. Poi nient’altro se non, allo scadere del tempo, un fendente di Pettinari che sibilava non lontano dalla porta di Lagomarsini. Nel secondo tempo Marco Di Loreto faceva due mosse importanti e decisive per dare una svolta alla gara: richiamava Coresi e mandava in campo Redi, un diciannovenne proveniente dal Siena. Il giovanotto dimostrava subito di saperci fare, potendo contare su un bagaglio tecnico di un certo livello. Subito dopo, il tecnico sostituiva Di Paola con Tranchitella, il quale faceva passare qualche minuto e dopo uno scambio volante con Agostinelli, riceveva la palla al di là degli avversari e con un diagonale forte e preciso batteva l’estremo difensore della squadra peloritana. Applausi ed entusiasmo alle stelle. Il Castel Rigone ritrovava le certezze che sembrava avere smarrito e per il Messina non c’era più nulla da fare. Non solo, gli ospiti rischiavano di prendere un altro gol, al 21’, quando Redi, con un autentico show (sciccherie per palati sopraffini) dribblava in area uno, due, tre avversari con estrema facilità e poi mandava la palla a sfiorare l’incrocio dei pali. Applausi a scena aperta anche per lui. Ma non era ancora finita perché Tranchitella riusciva a trovare la prodezza anche su calcio di punizione: dal limite dell’area mandava la palla all’incrocio dei pali dove il portiere non poteva arrivare. E’ la prima vittoria e la matricola terribile pare abbia intenzione di continuare. Le premesse per far bene anche in seguito ci sono tutte.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia