(ASI) 0Al Curi c’erano tutti gli ingredienti per una giornata grigia. Il ritorno in serie C dopo sei anni, un tempo invernale con pioggia battente e freddo, una squadra incompleta, una preparazione in ritardo.
Così, quando nel primo tempo il Fano ha maramaldeggiato, segnato due gol e sfiorati altrettanti con la difesa perugina presa d’infilata in maniera troppo simile a certe partite dello scorso campionato, si è toccata con mano la modestia e al tempo stesso la difficoltà di questa categoria. Il Perugia è ancora un cantiere in cui non si sa chi resta e chi arriva. Gli effetti del lavoro di Caserta non si vedono ancora, giocoforza, in mezzo al campo. La condizione fisica non è al massimo e il campo allentato non ha certo aiutato chi voleva giocare palla a terra. Ma se queste sono le attenuanti, c’è un fattore che nel primo tempo è mancato: la continuità mentale dei grifoni, il loro affrontare tutte le fasi della partita con la dovuta concentrazione. Questo aspetto mentale è fondamentale anche nell’approccio di Caserta, che certamente dovrà lavorarci su, sperando che il mercato non distragga troppo i grifoni, specie quelli che erano in B l’anno scorso. Perché, quando nella ripresa, il Perugia ha fatto qualcosa di più sul piano agonistico, il gap tecnico tra le due squadre si è intravvisto tutto, anche se solo a sprazzi, e solo per alcune individualità, in primis Melchiorri che da solo ha guidato la riscossa fino al 2-2; e poi Burrai che di certo non è giocatore di serie C. Ma la superiorità tecnica non riesce a fare la differenza se non è supportata dalla capacità di eguagliare gli avversari sul piano della concentrazione con continuità. Per il resto, per prestazioni degne di una squadra di vertice, c’è da aspettare, come aveva anche detto Caserta alla vigilia. Minore attesa si prospetta sul mercato, che dovrà portare a Perugia, e presto, almeno altri due o tre giocatori di spessore per alimentare le ambizioni di vertice.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia