(ASI) Propositivo e determinato, ma non sempre lucido e brillante come sarebbe servito per superare un Avellino roccioso e tutto sostanza. Il Perugia impatta contro gli irpini in una giornata in cui le altre avversarie nei quartieri alti della classifica balbettano o inciampano e perde un’occasione per avvicinarsi alle due battistrada, gli stessi campani ed il Latina, sconfitto nel derby a Frosinone.
Primo tempo tatticamente bloccato e avaro di occasioni. L’Avellino fa quello che sa fare: intasare le fasce, chiudere gli spazi, e provare a ripartire. Agli uomini di Rastelli riesce anche di segnare il gol su una ripartenza causata da una serie di incertezze del centrocampo e della difesa biancorosse. Il resto della prima frazione, prima e dopo, è segnato dall’iniziativa costante dei grifoni, che però hanno difficoltà ad arrivare al tiro.
La ripresa si mette subito in discesa per il Perugia, grazie al pareggio di Dettori dopo appena trenta secondi. Da quel momento, per una mezz’ora, in campo comanda il Grifo, con Politano e Fabinho a pungere sulle fasce, Dettori, Nicco e Esposito a riconquistare palloni su palloni e ad alimentare gli attacchi. In fase di costruzione funziona tutto abbastanza bene, anche se mancano spesso velocità di esecuzione e cambi-gioco che potrebbero scardinare il bunker avellinese. Il Perugia ostenta una determinazione ed una sicurezza nei propri mezzi sconosciute fino a qualche tempo fa e questo è un buon segnale nella prospettiva play off. Manca un po’ di brillantezza, a volte di lucidità e si contano parecchi sbagli nella misura dei passaggi (Di Cara, allenatore in seconda, nel dopo partita parlerà di “sagra dell’errore” e scomoderà la psicocinetica applicata al calcio).
Se il risultato sembra, almeno momentaneamente, penalizzare le ambizioni perugine di puntare al primo e secondo posto, la partita consacra tuttavia un Perugia ormai del tutto consapevole di potersi giocare le sue chances contro tutti e fino in fondo. Non sarà una condizione di per sé sufficiente per la promozione, ma sicuramente è un presupposto necessario. Intanto questo, per il resto c’è tempo.
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Le dichirazioni post partita
Per
GIACOMO DI CARA, allenatore in seconda del Perugia, oggi non è stata una delle partite più brillanti dei grifoni. Si sapeva che l'Avellino è una squadra sorniona e capace di far male quando arriva sottoposta, eppure il gol è stato preso proprio in una situazione evitabile. Il Perugia ha cercato comunque di vincere, specie nella ripresa, ma con poco costrutto. Alla fine, secondo l'ex grifone oggi al suo esordio in panchina, il punto non è da disprezzare anche se non si può allontanare la sensazione di aver perso due punti, pur non avendo disputato la miglior partita della stagione. "Problemi c'è li siamo creati più da soli che per il gioco degli irpini. Sarebbe stato bello vincerà, ma oggi siamo stati poco lucidi, anche se non abbiamo mai mollato. Nel secondo tempo l'Avellino ha creato ben poco. Nel primo tempo forse è mancata la spinta di Moscati, ma ricordiamo che Dettori, che ne ha preso il posto in campo, è quello che ha raddrizzato la partita". Sul gol dei campani, Di Cara dice di aver avuto la sensazione che fosse fuorigioco e che, comunque, i suoi difensori avrebbero potuto comunque essere più attenti e cattivi su quella palla: il gol si poteva evitare. "Ma forse, aggiunge, è subentrata la paura di essere veramente grandi, cioè di fare il salto di qualità decisivo".
Di Cara ci tiene a precisare che Giani dietro e Moscati in avanti (cioè la riorganizzazione della squadra con le due prime sostituzioni nella ripresa) significava non accontentarsi del pari, ma ritrovare gli equilibri di sempre per tentar e di vincere. Infine, un rimprovero ai suoi per i tenti errori negli appoggi: "è stata la sagra degli errori, una partita di psico cinetica: e non solo da parte di Esposito, puntualizza". Russo gli dicono è stato nominato il miglior grifone della partita dal per Coordinamento dei Perugia clubs: "Adriano è bravo, commenta Di Cara, sempre pronto quando chiamato, si impegna durante la settimana, ora gioca sempre e non è un caso ". A chi gli chiede se teme che con la Carrarese ultima ci possano essere calidi tensione risponde: "no, abbiamo già dato col Barletta!".
RASTELLI, allenatore dell’AVELLINO : "Risultato giusto, bella partita, giocata a viso aperto e per vincere da entrambe. Ho qualche rammarico per le occasioni avute nel finale, comunque è un bel punto contro un Perugia bravo e in gran forma". Rastelli racconta che aveva preparato l'incontro Cercando di sgroppare i grifoni sulle fasce, dove esprimono il meglio. Sulle prospettive di classifica, per il mister irpino l'Avellino deve puntare comunque al primo posto. Tornando all'incontro, crede che Se la sua squadra non avesse preso gol subito all'inizio della ripresa, forse avrebbe potuto vincere. Il Perugia rispetto all'andata gli è sembrato molto cambiato, con innesti di qualità su un telaio giá buono. La squadra di Camplone per Rastelli p uò ambire anche al primo posto. E se ritiene che l'Avellino è un po' inferiore per qualità a Perugia e Nocerina, tuttavia riconosce ai suoi una determinazione e una capacità di lottare seconde a nessuno.
ARINI: partita equilibrata, ma l'Avellino ha avuto l'occasione del due a zero. Il Perugia ha grande qualità e ha giocatori bravi negli inserimenti. Il Perugia è molto più forte dell'inizio campionato. Il campionato è equilibrato e serve continuità nel fare punti per raggiungere le prime posizioni.
Per il Perugia nell'ultimo quarto d'ora ha sofferto ma nel complesso, ha fatto più degli ospiti. La difesa ha fatto discreta partita. Il Perugia ci ha provato, nel primo tempo di studio loro han trovato il gol ma nella ripresa si è proposto quasi solo il Grifo.
Daniele Orlandi –Agenzia Stampa Italia
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