(ASI) La settimana di sosta è servita. Pierfrancesco Battistini l’ha utilizzata per perfezionare i meccanismi del nuovo assetto tattico.
Contro la Carrarese, la “svolta di Avellino” ha fatto registrare buoni progressi, soprattutto nell’intesa sulle fasce. A sinistra Martella, Di Tacchio e Rantier si sintonizzano con buona frequenza. A destra, Jefferson, preferito ad Anania, si spinge molto spesso in avanti, complici anche gli sbiaditi avversari toscani. Da quella parte, Moscati dà l’apporto che da lui ci si attende nel cucire la squadra tar attacco e difesa; e brilla la stella di Politano. Quarto gol per il baby della Roma, capocannnoniere biancorosso, e il solito, costante apporto di qualità e personalità che ne hanno fatto la sorpresa più piacevole di inizio di stagione.
Ma le buone nuove vengono anche da Daniel Ciofani, tornato al gol con una perentoria conclusione dal limite; e da Lebran, che riprende il discorso dopo l’infortunio da dove l’aveva lasciato: il suo è un apporto di sicurezza e precisione alla retroguardia del Grifo. Certo, se tutto brilla nella fredda serata perugina, un po’, è innegabile, lo si deve ad una Carrarese impalpabile, neutralizzata nei suoi propositi “barricaderi” dal gol subito poco dopo pochi minuti. Ma quando vincere è la cosa più importante per tenere il ritmo delle prime, non si deve sottilizzare troppo. Anche perché il Perugia, come dice Battistini nel dopo gara, ha mostrato un solido spirito di squadra. Tutti per uno, uno per tutti. Lo sottolinea, l’allenatore, anche per mandare alla truppa un messaggio chiaro: d’ora in poi l’alternanza tra i giocatori sarà una regola. “In una squadra così non ci sono titolari fissi”.
L’organico vasto, la qualità di tutti, l’esigenza di essere tatticamente duttili emersa dalla prima parte del torneo, hanno indotto i cambiamenti delle ultime settimane e ora Battistini va avanti con decisione sulla strada imboccata. Giusto, anche se resta ancora sospeso il discorso Clemente, escluso in partenza e impiegato negli ultimi 25 minuti con la Carrarese. Il capitano è nel limbo. Invocato da molti come potenziale irrinunciabile per un campionato di vertice, contro i marmiferi non ha saputo dare segnali tali da far cessare l’equivoco in cui si trova. Il direttore Arcipreti, nelle interviste, si prodiga per salvaguardare il capitale societario: “Giampiero saprà essere determinante anche quest’anno”.
La trasferta di Latina (si giocherà ancora di sera, nel posticipo televisivo del lunedi) sarà un test quanto mai probante. I laziali di Pecchia hanno vinto su rigore ad Andria, sono rimasti al primo posto e aspettano il Perugia per ufficializzare la loro candidatura alla corsa promozione. Una corsa sempre più affollata e qualificata: oltre i pontini, stanno emergendo anche squadre che all’inizio non erano date tra le favorite, Frosinone e Pisa su tutte.
Quando ci sono molte pretendenti, per restare sempre tra i primi occorre la continuità dei risultati, che di solito è figlia dell’ equilibrio tattico e della compattezza del gruppo. Il cantiere Perugia, sotto la direzione lavori dell’architetto Battistini, dopo la variante in corso d’opera del progetto, si affida adesso ai suoi carpentieri più bravi, e pare che nessuno voglia negare al capomastro Clemente il ruolo pensato per lui al momento dell’ingaggio. Magari, con qualche clausola contrattuale che preveda (anche) prestazioni un po’ diverse. Senza però rinunciare alle sue doti di artigiano di pregio.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia