(ASI) L’idea di una gara tra carrozzine elettriche è diventata grande. L’anno scorso all’appello del varesino Michele Sanguine risposero una tanti, quest’anno di più. Protagonisti al “Kart1” di Cassano Magnago giovani e meno giovani con distrofia muscolare che sul modulo di iscrizione hanno scritto di voler esserci “perché amo la velocità”
. Al fianco di Sanguine nel curare ogni aspetto della manifestazione tanti amici e sostenitori a partire dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare con il contributo di “Kart 1”, UILDM Varese, Caporali Group, AD Server, ANPS Gallarate, Volandia, Pesi Piuma, Media Reha e Ottobock. Sulla griglia di partenza si sono presentati in 20 provenienti dalla Lombardia e dal Piemonte. Negli occhi dei protagonisti emozione e sano agonismo anzi no, la voglia e la determinazione di esserci per trasformare un evento in tradizione. La seconda edizione del gran premio dedicato a persone con distrofia muscolare ha detto e fatto vedere tanto. Il podio dei vincitori è solo un appendice di una manifestazione più significativa di tanti convegni. Importante sarà ora dare un seguito all’evento esportandolo in ogni città e Regione come accede già con il wheelchair hockey dal nord al sud isole comprese. Il passa parola è partito un anno fa e i ragazzi pista sono già 20.
“Per le persone distrofiche il problema quotidiano da rimbalzare è la noia - dice Sanguine - seduti in carrozzina e per lo più in casa ne siamo facili prede. Il GP era un’idea oggi diventata grande grazie a tanta gente che s’è fatta carico di tramutarla in realtà. Per quanto riguarda Cassano Magnago l’obiettivo minimo è quello di crescere di numero ogni anno. Guardando oltre ogni confine il sogno è ora quello di vedere un campionato con gare itineranti che metterebbe insieme al sano agonismo anche un proficuo scambio di informazioni ed esperienze”.
Alla premiazione dei vincitori è seguito il momento prolungato dei saluti, quasi come se nessuno volesse fare il primo gesto nel salutare amici e compagni di un pomeriggio speciale. Speciale per chi ha gareggiato come per chi è arrivato solo per vedere. Il passaparola è partito e non si deve fermare. Un anno tra un GP e l’altro è un tempo troppo lungo necessariamente da accorciare.
Roberto Bof - Agenzia Stampa Italia