Roberto Savi è detenuto dal 1994, allorché venne arrestato insieme agli altri componenti della banda criminale, tra cui i suoi due fratelli Fabio e Alberto Savi. La Banda della Uno Bianca composta per 6/5 da ex poliziotti, oltre alle 103 rapine è stata ritenuta colpevole di 24 omicidi e102 feriti tra Bologna, la Romagna e le Marche.
Sulla vicenda è intervenuto Vito Tocci, Carabiniere in congedo di origini abruzzesi, ferito dai banditi della Banda della Uno Bianca in un agguato vicino un cavalcavia in località Miramare di Rimini il 30 aprile 1991. Vito Tocci che all'epoca aveva 27 anni, ha ancora nel suo corpo i frammenti di 4 pallottole delle 7 ricevute dai banditi della banda.
“Credo che la Procuratrice reggente Lucia Musti abbia fatto bene a dare il parere negativo sulla ennesima richiesta di grazia di Roberto Savi, anche perché vorrei raccontare un aneddoto: durante una udienza di un processo a Rimini inerente l'omicidio della guardia giurata Giampiero Picello, l'anziana madre di questo ragazzo gli chiese come mai avesse ucciso il suo povero figlio e Roberto Savi rispose con fare di sfida da vero criminale “ne faccia un'altro di figlio”. Pertanto, io mi chiedo, queste persone come fanno ad avere il perdono delle vittime e dei loro parenti, quando ci sono stati tutti questi fatti di sangue. A distanza di un trentennio, non vedo nessun ravvedimento da parte di queste persone per la ferocia che hanno mostrato verso le vittime, anche perché le ferite non si rimarginano mai, e anche io a tutt'oggi devo essere sempre curato negli ospedali. In realtà – ha aggiunto Vito Tocci – sui fatti della Uno Bianca ci sono ancora tanti lati oscuri, come ad esempio, chiarire il ruolo della cosiddetta Falange Armata, e più famigliari delle vittime chiedono la riapertura dell'indagini per tutti i lati oscuri di tante vicende che non hanno dato una trasparenza di verità".
Quindi, secondo lei Roberto Savi non è cambiato a distanza di tutti questi anni?
“Il fatto non è essere cambiati o meno – ha dichiarato Vito Tocci – perché quando si compie un crimine e ancor di più si indossa una divisa, il crimine vale il doppio, perché quando mi hanno sparato, i poliziotti della Uno Bianca, mi hanno colpito non solo come criminali, ma anche come colleghi, lasciandomi traumi fisici e psicologici per tutta la vita”.