(ASI) Fino a ieri non sapevo di essere un brigante, anzi un neo brigante, discendente dei briganti di una volta. La scoperta l’ho fatta leggendo le due pagine di “Libero” dedicate ai neo briganti meridionali che vivono da mantenuti, “attaccati alla mammella del Nord, senza la quale morirebbero di fame”.

Ecco perché, spiega il direttore Vittorio Feltri, con la solennità che gli è congeniale, “il foggiano Conte, presidente del Consiglio, e Di Maio, responsabile del Lavoro che non ha mai svolto, sono contrari all’autonomia regionale e fanno imbufalire Zaia e Fontana, rispettivamente governatori del Veneto e della Lombardia”. “I terroni – continua Feltri – in pratica intendono comandare sui polentoni non per motivi antropologici, ma economici. Senza i nostri quattrini i primi morirebbero di fame, dato che non sono capaci che di produrre deficit, pertanto vedono nell’autonomia una sorta di minaccia di morte civile”. Venendo a mancare i viveri ci sarebbe anche quella non civile. Si rimane trasecolati nel vedere come viene affrontata una questione delicata, e più complessa di quanto si voglia far credere, com’è quella delle maggiori autonomie regionali, chieste, con il referendum da Veneto e Lombardia, e dall’Emilia Romagna. Si potrebbe provare a ragionare senza insultare ed umiliare milioni di meridionali, cominciando da quelli che sono a capo del governo. Il Nord lavora e produce, il Sud bivacca e sperpera.  Nel delirio Feltri non perde l’occasione per insultare gli insegnanti (non so cosa c’entrano, forse voleva riferirsi a quelli del Sud) che sono – non ha dubbi –“in massima parte incompetenti”. Certo, non poteva essere diversamente, visto che hanno avuto come ministro dell’Istruzione perfino Maria Stella Gelmini di cui è nota la profonda cultura, che sgorga, abbondante, anche nel “pezzo” che ha scritto per “Libero” a pagina 3. Che i meridionali siano tutti incapaci è un falso intollerabile perché dappertutto, nel mondo, non solo nel Nord Italia, hanno dimostrato di avere le capacità ed il talento che molti del Nord non possiedono. Si metta l’anima in pace Feltri. Magistrati, manager, avvocati, imprenditori, e perché no, anche politici, c’è un elenco interminabile. Ne cito uno per tutti: Sergio Mattarella. Tornando poi ai “meridionali morti di fame che sono capaci di produrre solo deficit”, mi sovviene quello che è successo al Nord dove, invece, producono solo utili. Come è successo con le banche fallite, dal Monte dei Paschi, alla Banca popolare dell’Etruria, o a quella del Veneto (ohibò) e la Popolare di Vicenza (ohibò bis) e la Cassa di Risparmio di Ferrara e mi fermo qui per non annoiare. Ci sono pure ben 129 grandi gruppi in crisi con milioni di lavoratori che vivono momenti difficili perché rischiano di perdere il posto di lavoro o l’hanno già perso. Tutte queste aziende saranno stati guidati dai briganti incapaci venuti da Reggio Calabria e Palermo, non c’è altra spiegazione. E i “venti cavalieri coraggiosi, che hanno privatizzato l’Alitalia e affondato il Paese”, come scrive Gianni Dragoni, da dove venivano? E Giancarlo Galan ex presidente della Regione Veneto per 15 anni, parlamentare e ministro, che con il Mose è stato coinvolto in un giro di mazzette, corruzione e riciclaggio per una condanna a due anni e 10 mesi e al pagamento (la restituzione, parziale, di quello che ha preso) 5 milioni e 808 mila euro, oltre la confisca di una villa per un controvalore di due milioni e 600 mila euro. E quell’altro brillante ex presidente della Lombardia per 18 anni, Roberto Formigoni, condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione che ha movimentato, con altri, secondo quanto è stato accertato nei processi, uno spaventoso giro di tangenti sulla pelle dei malati, almeno 61 milioni, di cui 6,6 finiti al Celeste. E per finire quei rimborsi illeciti alla Lega di 49 milioni di euro che non si sa dove siano finiti. Mi sembra che a “produrre deficit” siano più quelli del Nord. E allora si arriva ad una amara conclusione, esattamente l’opposto di quello che pensa Feltri: i tributi che i neo briganti del Sud versano allo Stato sono anche troppi, perché si pagano per servizi che nel Sud non ci sono: strade dissestate in completo abbandono, trasporti carenti, sanità disastrosa, seppure, per fortuna, con qualche centro d’eccellenza, ordine pubblico su cui è meglio stendere un velo pietoso. L’unica cosa che si vede, e che ricorda amaramente lo Stato, è l’Agenzia delle Entrate.

Il neo brigante Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia

 

 

 

 

 

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