(ASI) Da Città di Castello a Perugia, da Terontola a Foligno, passando per Orte e Falconara: a Perugia si discute, anche animatamente, di ferrovie. Il convegno “Non Fermate il Treno! Il punto sulle ferrovie in Umbria” ha dato infatti voce al confronto tra le diverse anime rappresentative del vettore su ferro.
Al convegno, tenutosi sabato 12 gennaio presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, sono intervenuti l’assessore ai trasporti regionali Giuseppe Chianella, l’ex capotecnico regionale Diego Zurli, che hanno esposto i risultati e gli obbiettivi, conseguiti o ancora da conseguire, della Regione Umbria.
Accanto alla rappresentanza del governo regionale sono intervenuti anche i rappresentati dei pendolari e dei consumatori. Carlo Reali, dell’associazione “Il Mosaico” ed Enzo Benda di Confconsumatori hanno infatti esposto le problematiche quotidiane che l’utenza si trova ad affrontare ogni giorno, le prospettive di rilancio del vettore su ferro e le proposte strutturali per il potenziamento della rete ferroviaria umbra. Sono intervenuti anche Gianni Martifagni, segretario nazionale della Cisl Fit, in qualità di esperto in materia di esercizio ferroviario e nella gestione di materiali e personale, e il Dott. Edoardo Desiderio come esperto di marketing e promozione. L’evento è stato ideato e moderato dal giornalista Alexandru Rares Cenusa, con la collaborazione del gruppo editoriale Agenzia Stampa Italia.
Data la varietà degli interventi non sono mancate le contrapposizioni, anche forti, tra le rispettive posizioni.
L’Assessore Chianella ha rivendicato la bontà degli accordi stretti con il Gruppo Ferrovie dello Stato, parlando di “Umbria modello per tutte le regioni confinanti”. Per l’assessore ai trasporti regionali, le politiche poste in campo dall’amministrazione Marini, hanno consentito di far arrivare l’alta velocità a Perugia con la scommessa vincete del Frecciarossa, e consentiranno in futuro ai pendolari umbri su Roma di continuare a circolare sulla linea Direttissima grazie a 12 nuovi treni “Super Regionali”, costruiti ad hoc per le esigenze umbre, così come si prospetta un futuro positivo anche per Terni e con la discussione attualmente in essere circa l’attestamento di un treno Alta Velocità ad Orte. Insomma per Chianella il contratto di servizio del 28 luglio 2018, quello che prevede i Super regionali con velocità di fiancata pari a 200 chilometri orari, così come l’accordo che prevedeva i finanziamenti per la rinascita della ex Ferrovia Centrale Umbra, stimati in 57 milioni per l’infrastruttura e 12 per l’acquisto di nuovo materiale rotabile, unito all’accordo “quadro” stipulato nel 2016 per il potenziamento di infrastrutture e servizi ferroviari, sono la prova tangibile dell’impegno della Regione Umbria sul fronte della “Cura del Ferro”. Tuttavia l’assessore Chianella ha anche confermato la sospensione di futuri lavori di raddoppio della linea Orte – Falconara. Pertanto si prevede la sola conclusione di quelli attualmente in essere.
L’ex Capo tecnico regionale Zurli ha invece fatto il punto su quelli che dovrebbero essere gli obbiettivi della regione Umbria sul medio e lungo periodo; ossia il rilancio del progetto Medio Etruria, stazione alta velocità umbra in territorio toscano, motivando la necessità di tale opera con la “cronica mancanza di infrastrutture in Umbria e la necessità di accorciare le distanza con il Nord Italia”. Sempre lo stesso Zurli ha affermato che l’Umbria dovrebbe farsi carico della prima sperimentazione in Italia del sistema tram treno, pur riconoscendo che di fatto i suddetti mezzi potrebbero circolare solo sulla breve tratta che collega la periferia Perugina di Ponte San Giovanni con Città di Castello, a causa della non omologazione a circolare sulla rete nazionale.
Per Carlo Reali, dell’associazione “Il Mosaico”, parlare di alta velocità, di possibile ritorno del progetto Medio Etruria e di tram treno, quando la Fcu presenta limitazioni a 50 chilometri orari di velocità massima, sarebbe come “parlare di acquistare una bella macchina senza rendersi conto che mancano strade e soldi dove farla girare”.
“Tutto molto bello quel che avete detto, ma prendete troppo spesso l’auto blu, e non abbastanza il treno, per rendervi conto di quali siano le vere necessità. Ci si ricorda dell’alta valle del Tevere solo quando ci sono le elezioni” – ha dichiarato Reali ricordando che non solo il servizio è attualmente limitato, ma che mancano infrastrutture basilari quali sale d’aspetto e perfino le biglietterie.
L’appunto sulla velocità massima non è stato particolarmente gradito all’assessore Chianella, che ha infatti immediatamente replicato ricordando che la questione è data principalmente dalle stringenti regole dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, e pertanto indipendente dalla Regione Umbria. “Abbiamo impedito che la Fcu facesse la fine della Spoleto - Norcia” - ha affermato Chianella riferendosi al passaggio dell’infrastruttura alla gestione di Rete Ferroviaria Italiana.
Reali ha a sua volta replicato che “le condizioni del disfacimento ex Fcu sono da imputarsi a chi ha governato la regione”. “La chiusura della ex-Fcu,in termini di utenza, è costata circa il 50% di passeggeri in meno, e i tempi attuali di movimento su PG sono di circa due ore, e di 4 verso Terni, mentre il nuovo orario Ferroviario non ha coincidenze compatibili con l'orario di Trenitalia. Bisogna immettere treni veloci ( Citta' di Castello-Umbertide-Ponte S.Giovanni-Fontivegge) che permettano ai pendolari della nostra vallata l'arrivo nel punto nevralgico di Perugia, che non è più Sant’Anna, ma Fontivegge dove, grazie al Minimetro ,è possibile raggiungere la Regione o le scuole, o il vicino ospedale in tempi ragionevoli. Si tratta di ripristinare una modalità in passato già attiva, e che decongestioni il traffico sulla tratta Ponte San Giovanni/Perugia, dando un alternativa a quanti sono costretti al mezzo privato malgrado siamo in tempi di crisi economica” – ha concluso Reali.
L’intervento successivo, quello di Enzo Benda di Confconsumatori, è partito dalla constatazione della nascita cosiddetti desk informativi messi a disposizione da Trenitalia nella stazione id Perugia Fontivegge, che rappresentano un unicum a livello di servizi offerti ai viaggiatori del trasporto regionale. Tuttavia Benda non ha mancato di far notare che, se l’indirizzo è quello di costruire nuove infrastrutture come la Medio Etruria, poiché le attuali soffrono di un arretratezza concettuale, come confermato anche dall’ex Capo tecnico Zurli, tali sforzi andrebbero invece diretti al rinnovo della suddetta infrastruttura. “In Umbria viaggiamo su infrastrutture ammodernate secondo i migliori standard attualmente disponibili in Italia, ma la concezione stessa dell’infrastruttura risale al tempo dei Borbone e dell’Austria – Ungheria” – ha spiegato il rappresentante di Confconsumatori che ha poi aggiunto –“inoltre, sempre se di nuove infrastrutture vogliamo parlare, dovremmo ricordarci anche di quelle zone dell’Umbria pievese e della Valnestore, un tempo interessate dalla ferrovia, raggiungibili oggi con un infrastruttura ex – novo che fungerebbe sia da collegamento ferroviario metropolitano con Perugia, che d’accesso diretto della stessa provincia di Perugia all’alta velocità presente a Chiusi”. Benda ha anche ricordato che a Perugia, caso forse unico tra i capoluoghi, manca uno scalo merci. Mentre per velocizzare il traffico nel nodo cittadino sarebbe auspicabile costruire una nuova stazione in zona Santa Sabina, e lasciare il vecchio tracciato ferroviario Ponte San Giovanni-Perugia per una metropolitana leggera, bypassando l'ansa di Perugia con un nuovo tracciato a doppio binario. Quanto alla ex Fcu Benda ha puntualizzato – “Bisogna continuare il dialogo con la Toscana, che era giunto a buon punto con la gestione Rometti, per concretizzare il rifacimento della linea ferroviaria Arezzo, San Sepolcro, Gubbio, Fossato di Vico, che andrebbe a collegare le linee storiche Firenze-Roma e Roma-Ancona, e la Direttissima, con una parte di Toscana ed Umbria ora tagliate fuori dal sistema ferroviario. La politica umbra dovrebbe pretendere tempi certi per la completa ristrutturazione, visto il passaggio ad RFI, proprio per evitare il problema già subito in Umbria con il raddoppio Foligno-Spoleto iniziato più di 30-anni fa, e non ancora ultimato”.
“Il ruolo delle Associazioni dei Consumatori è anche quello di dare idee e progetti per una città-regione proiettata nel terzo millennio per poter rinverdire i fasti che i nostri avi ci hanno tramandato prova ne è la Sala dei Notari che ci ha ospitato” – ha concluso Benda.
Anche per Gianni Martifagni, della Cisl Fit, l’accento va posto sull’obsolescenza delle infrastrutture, ma anche sulla necessità di nuovi modelli di gestione del personale, e soprattutto dei mezzi, attualmente ancora in parte vincolati al comparto ferroviario di Ancona. “Se si rompe un tergicristallo dobbiamo mandare tutto il treno ad Ancona, malgrado abbiamo un officina a Foligno che potrebbe eseguire simili riparazioni e creare così anche nuovi posti di lavoro. Chiaramente ciò consentirebbe anche di avere più libertà nella stesura degli orari, e quindi finalmente poter ricercare la miglior soluzione nell’interesse della regione e dei suoi viaggiatori” - ha spiegato il segretario nazionale della Cisl Fit.
Il dottor Edoardo Desiderio, giornalista ed esperto di marketing, ha spiegato la necessità di corrette politiche di incentivazione e promozione del mezzo pubblico spiegando che all’Umbria non mancano le potenzialità, ma queste vanno gestite con nuovi criteri per poter creare utenza che prediliga un vettore ferroviario che però deve essere necessariamente concorrenziale ed efficiente. “Il Prof. Philip Kotler, tra i massimi esperti mondiali in materia, definisce il marketing come “Processo sociale attraverso il quale gli individui e i gruppi ottengono ciò di cui hanno bisogno attraverso la creazione, l’offerta e lo scambio di prodotti e di servizi di valore”. Nel nostro caso è necessario comprendere quali siano gli obiettivi della regione Umbria, e del gestore dell’infrastruttura, sul tema ferroviario per poi proporre delle attività di marketing per promuovere e far conoscere i collegamenti, i servizi, le città e il territorio umbro”.
Per il Dott. Desiderio non è solo questione di Alta Velocità e di collegamenti regionali, comunque da potenziare, ma anche di nuove forme di turismo. Il riferimento dell’esperto di marketing è andato alla “Transiberiana” d’Italia. “La linea era morta, chiusa all’esercizio, ma con la presenza di treni storici di Fondazione Fs, in concomitanza con manifestazioni ed eventi, è riuscita a totalizzare oltre 9,000 presenze” – ha spiegato il Dott. Desiderio, che ha poi concluso – “Dobbiamo parlare di Umbria, superando i campanilismi, dobbiamo parlare della nostra regione. L’identità regionale è il primo tassello per uno sviluppo territoriale ed infrastrutturale”.
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia