(ASI) “Stream of consciousness”. Nel détour dell’esistenza, Krzysztof Kieslowski, nella trilogia cinematografica “Tre colori: film blu”, con forza eraclitea, era riuscito a regalare un finale insperato: la possibilità di rinascita e di amare ancora.
Una vita dentro la vita e che l’interprete Juliette Binoche nel lontano 1993, prima ancora di vestire i panni di Vianne Rocher in “Chocolat”, era riuscita magistralmente a portare in scena. Quella pellicola fece conquistare all’eclettica artista francese - in un senso più ampio del termine visto il suo rapporto con la pittura - la Coppa Volpi e il Premio Pasinetti alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
L’insaziabile attrice quest’anno sarà ancora una volta presente sul red carpet della 75esima edizione del festival con “Non fiction” di Olivier Assayas. Il regista torna a distanza di sei anni dal penultimo film presentato in concorso e dal titolo: “Qualcosa è nell’aria”. Nel plot stavolta, all’idea di rivoluzione si sostituisce la fattualità di un’avvenire digitalizzato e che cambia radicalmente le sue forme di comunicazione nell’editoria. Ancora una volta spetterà alla Binoche leggere, da coprotagonista, la portata dei cambiamenti, per spingere verso il mood dell’accettazione l’esitante compagno che invece preferisce solo il cartaceo. L’attrice e il regista si ritroveranno insieme nella città lagunare dopo “Sils Maria” del 2015, l’ultima apparizione e che valse “loro” al festival, la Binoche propose la storia a Assayas, il premio come miglior sceneggiatura e una serie di riconoscimenti fra Cannes e Los Angeles per la migliore attrice non protagonista, Kristen Jaymes Stewart.
Il Countdown iniziato da giorni volge ormai al termine. Dal 29 agosto – data di apertura con l’attesa per il regista canadese David Cronenberg, vincitore del Leone d’oro alla carriera alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia e l’attrice Vanessa Redgrave, a cui verrà assegnato il Leone d’oro alla carriera - all’8 settembre, data di chiusura con la relativa premiazione e la consegna del leone d’oro dopo quello assegnato lo scorso anno a Guillermo Del Toro con l’emozionante “The Shape of Water”, si terrà la 75esima edizione dello storico festival sulla laguna. Come da prassi toccherà prendere proprio al regista messicano le redini di una giuria che mai come quest’anno dovrà fare i conti con un ricchissimo programma per i tanti film in concorso. Circa 21. Tra i film fuori concorso spicca “Una storia senza nome” di Roberto Andò con Micaela Ramazzotti, che dopo “Una famiglia” torna sul set, e Alessandro Gassman. Il plot della pellicola, che uscirà ufficialmente nelle sale il 20 settembre, racconta il furto dell’opera di Caravaggio, la natività, avvenuto a Palermo nel 1969. Ancora sullo sfondo una città meridionale avvolta in un’aleggiante mistero e che riporta alla “Napoli velata” di Ferzan Özpetek. Scorgendo le altre sottocategorie delle pellicole che non prenderanno parte alla competizione, grazie soprattutto al contributo del Presidente Barratta e il direttore artistico Barbera che hanno annunciato oltre alle sezioni Orizzonti, Fuori Concorso e ovviamente Concorso, anche il ritorno della sezione VR, Sconfini (ex Cinema del Giardino) e Venezia Classici, figura “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini con Jasmine Trinca, “Fortunata” ha reso omaggio all’attrice nel 2017, e Alessandro Borghi che in scena interpreta Stefano Cucchi. Il titolo del film è di forte impatto sociale e persegue l’idea di un risveglio delle coscienze in merito all’ultima settimana di vita del ragazzo romano. Tra i documentari emerge un ritratto diverso della criminalità organizzata da parte di Francesco Patierno con “Camorra”. La realtà è filtrata da elementi non artificiosi come accadeva in “Gomorra” e che rimettono al centro il giornalismo d’inchiesta tra gli anni ’60 e ’90.
Fra i film sempre italiani in concorso c’è l’horror “Suspiria” di Luca Guadagnino, remake del capolavoro di Dario Argento e che risulta essere tra i più attesi. Il regista palermitano a un anno di distanza da “Chiamami col tuo nome” si discosta radicalmente dai colori dei paesaggi della Toscana per addentrarsi in un mondo ottenebrato dall’incertezza. Gli altri due che parteciperanno al festival sono “Capri-Revolution” di Mario Martone, autore del pluripremiato “Il giovane favoloso” con Elio Germano e “Hat you gonna do when the world’s on fire” di Roberto Minervini, quest’ultimo restituisce ancora una volta l’immagine di una mancata integrazione. Sempre in concorso sarà la volta di Junnifer kent con “The Nightingale, un thriller gotico che tratta di una vendetta al femminile durante la colonizzazione inglese dell’Australia nel 1825. La Kent è l’unica regista donna in concorso a Venezia, motivo per cui la trama può fungere da rito propiziatorio nei termini di una sana competizione, naturalmente.
Passerella di star. A Venezia tuttavia saranno Natalie Portman e Jude Law a catalizzare l'attenzione sul Red Carpet con '’Vox Lux'’, il film in concorso di Brady Corbet che vede la Portman negli inediti panni di una superstar del pop che deve fronteggiare l'impatto che una grande tragedia ha avuto sugli Usa. Oltre a loro ci sarà anche Lady Gaga nell’insolita veste di attrice nel film di Bradley Cooper “A star is born”. L’artista italo-americana interpreterà sé stessa, una cantante talentuosa che viene scoperta da un famoso musicista e che la condurrà verso il sogno americano, spesso contraddittorio e avverso nei confronti della ragazza.
La varietà del cinema contemporaneo si riflette oggi sulla mostra e sui film italiani che mai come quest’anno e a dispetto delle critiche osano un po’ di più nei contenuti.
Elisa Lo Piccolo - Agenzia Stampa Italia