(ASI) Castua presso Fiume (Croazia) - Dopo più di 70 anni, possiamo finalmente dare degna sepoltura a quelli italiani di Fiume e del Carnaro, vittime della furia titina. Tra questi il Senatore Riccardo Gigante, fulgido esempio di italianità fiumana.
Il 7 luglio, si sono conclusi gli scavi presso Castua, a 12 km da Fiume, nel bosco della Loza Crekvina, presso una fossa comune, che possiamo chiamare tranquillamente foiba, profonda circa 3 metri e ricoperta da terra e da massi. La furia titina aveva sterminato questi nostri connazionali nel maggio del 1945, quando nel resto d’Italia la guerra era appena terminata. Tornano ora alla luce gli scheletri, difficilmente identificabili di sette, forse nove persone. Tra di essi, possiamo trovare: il Senatore ed ex Prefetto fiumano Riccardo Gigante, il giornalista Nicola Marzucco, il maresciallo della Guardia di Finanza Vito Butti e il vice brigadiere dei Carabinieri Alberto Diana. Inghiottiti dalle foibe e dalla terra, uccisi senza pietà nella corsa titina per accaparrarsi i territori del nostro confine orientale e fare pulizia etnica degli italiani ivi rimasti.
La ricerca di questi nostri connazionali dura da circa 26 anni, da quando è stata identificato il luogo della foiba di Castua. Preziose sono state le indicazioni del parroco della Chiesa di Sant’Elena, don Franjo Jurčević, che ha attivato le ricerche, mai sopite, del Società di Studi Fiumani di Marino Micich. Localizzato il sito, le ricerche hanno portato alla svolta di questi giorni.
Grazie al lavoro incessante degli Esuli, oggi si è potuto riportare alla luce persone ignote. L’annuncio è stato dato proprio dalla Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati per bocca di Antonio Ballarin, che ha definito lo scavo “un semplice gesto di umana pietà, atteso purtroppo ancora da molte vittime”.
Ottenuto il diritto di scavo, si è costituita una commissione mista italo – croata per le attività di ricerca, individuazione ed esumazione degli italiani inghiottiti dalle foibe. Dallo scorso novembre arriviamo ad oggi. Scoperchiata la gola carsica, il Consolato italiano di Fiume riceve le salme. Pochi gli oggetti personali rinvenuti, tra l’altro, ovviamente, scarsamente conservati: due orologi, una protesi con due denti d’oro, due pettini, un gemello da polso ed un bocchino.
“Per tutto il mondo dell’Esodo lo scavo di Castua rappresenta un successo, seppure amaro, conseguito a decenni di distanza ed ottenuto grazie all’insistenza delle associazioni che hanno da sempre chiesto di onorare i propri caduti”, commenta Antonio Ballarin, Presidente dalla Federazione degli Esuli, in prima linea con funzione intermediaria tra le autorità italiane e quelle croate, tra le quali v’è stato un ottimo rapporto di collaborazione. Mancherebbe ancora una cosa, secondo il Presidente di FederEsuli: una lapide multilingua sul luogo dell’eccidio (effettuato dall’Ozna, la polizia segreta titina) affinché “la memoria non vada perduta e possa essere monito per le generazioni future”.
Luca Ciriani, Senatore di Fratelli d’Italia, intervenendo in Parlamento, ha proposto di “accogliere doverosamente” le spoglie del Senatore Gigante e delle altre vittime “sia partecipando a una cerimonia congiunta con i colleghi croati a Fiume, così per dimostrare quanto le divergenze e gli odi del passato possono essere sepolti, sia qui in Italia una volta che l’Onorcaduti potrà indicare il luogo in cui verranno conservati i resti”.
Sia esso un luogo condiviso, se non altro per l’amore che persone come il Senatore Riccardo Gigante hanno sempre dimostrato per la loro terra.
Per saperne di più:
http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Attsen/00032603.htm
http://www.lavoce.hr/politica/367-riesumare-quanto-prima-i-caduti-italiani
http://www.lefoibe.it/approfondimenti/fiume.htm
Valentino Quintana – Agenzia Stampa Italia