(ASI) Venezia - Si è riaperta la linea del fronte sulla Marmolada. Non quella del 1915, tuttavia. Parliamo invece di una disputa che dura da quarant'anni, con attori diversi: Regione Veneto e Rocca Pietore da una parte, Regione Trentino e Canazei dall'altra).
Ora, la Direzione Centrale servizi catastali, catrografici e di pubblicità immobiliare dell'Agenzia dell'entrate, erede dell'ex Agenzia del territorio di Roma ha preso la sua decisione. Da quarant'anni, Veneto e Trentino si contendono i confini provinciali della Marmolada che sono stati rivisti confermando nuovamente il vecchio Decreto del Presidente della Repubblica firmato nel 1982 da Sandro Pertini. Essi corrono lungo la cresta che da Punta Rocca scende verso il Passo Fedaia, come da tempo chiedeva il Comune di Canazei. La decisione annulla di fatto l'accordo firmato nel 2002 dall'allora Governatore del Veneto Galan e quello, del Trentino, Dellai, ripristinando lo storico confine del 1911.
Una questione identitaria, ma anche economica. La "sovranità" sulla Marmolada consente la proprietà sugli impianti, ed i trentini progettano da sempre una funivia da Porta Vescovo a Passo Fedaia, mentre i veneti propongono una seggiovia dal medesimo Passo a Punta Serauta. L'escamotage legale del Comune trentino di Canazei ha sortito i suoi effetti: presentando un ricorso al Tar del Lazio, si obbliga il Ministero dell'Interno ad apporre i cippi confinari e a modificare la cartografia, secondo la sentenza del Consiglio di Stato del 1998, il D.P.R. del 1982 e il responso della Commissione internazionale per i confini tra Regno d'Italia ed Impero Austro - Ungarico del 1911. Il Comune veneto di Rocca Pietore ha chiesto invece che venisse riconosciuta la validità dell'accordo Galan- Dellai del 2002, in questo caso favorevole al territorio bellunese.
In questo groviglio di leggi ed enti, al quale ha partecipato anche l'Istituto Cartografico Militare, l'adempimento legale richiesto dal Comune di Canazei ha avuto il suo effetto, con la risultante vittoria del "fronte" trentino.
Il Governatore veneto Zaia però, non ci sta: «Giù le mani dalla Marmolada, la difenderemo con le nostre unghie. Difenderemo quel confine, nel senso che riguarda gli impianti di risalita, attività economiche e identitarie che sono del Veneto. Del resto si tratta di un dibattito che va avanti da decenni, e vogliamo entrare nel vivo con la convinzione di avere una proposta alternativa. Questa è una partita che si potrebbe risolvere con il buon senso, ma mi sembra di capire che il buon senso è stato affidato ai legali, allora continueremo con i legali. Questa è una partita che eredito; se fosse iniziata con noi sarebbe già conclusa perché avremmo trovato un accordo, ho ereditato una partita di scartoffie da paura di sentenze contro sentenze che cercheremo di risolvere».
Ulteriore sconcerto per Zaia è stata la tempistica con cui è stata comunicata la decisione: presa il 24 maggio, ma comunicata solo 19 giugno, quando ancora l'Italia non aveva un governo costituito. Ugo Rossi, Presidente della Provincia di Trento invita invece alla calma, in quanto "le montagne uniscono, non devono dividere". Ricorsi in vista, guerra tra regioni? Staremo a vedere.
Valentino Quintana - Agenzia Stampa Italia