(ASI) Abruzzo - Per lo speciale sulla lavorazione della Pietra della Maiella, abbiamo intervistato il Prof. Franco Maria Petronio Del Ponte, docente in pensione di scultura presso il liceo artistico di Pescara, e già maestro della scuola degli scalpellini di Lettomanoppello (Pe).
Professore, ci parli dell' origine dell'idea di questa scuola degli scalpellini della Maiella....
"Fino alla fine dell' Ottocento c'erano delle maestranze che lavoravano artigianalmente e artisticamente i materiali che trovavano sul posto: ad esempio pietra, ferro, legno e argilla. Ogni paese aveva una propria scuola comunale artigiana, come ad esempio: Penne per il tessuto, Sulmona, Scanno e Pescocostanzo per l'oro, Guardiagrele e Pescocostanzo per il ferro battuto, Castelli e Rapino per la ceramica (anche se nel chietino questa attività si è persa). Queste realtà artigiane tradizionali, con l'avvento dell'istruzione pubblica, sono diventate istituti professionali e d'arte. La riforma Gelmini, cancellando gli Istituti, trasformati tutti in Liceo, rischia di far scomparire queste competenze. Proprio al fine di recuperare e conservare queste arti, questi mestieri, queste competenze e conoscenze, nell'anno 2000 , abbiamo deciso di creare, con l'allora Assessore alla Tutela e alla Valorizzazione del Territorio della Provincia di Pescara, Emilio Di Paolo, una scuola di scalpellini a Lettomanoppello la "Città della Pietra", denominata "Antichi Mestieri ". La scuola era impostata in questo modo: un modulo di storia dell'arte, un altro di tecnologia dei materiali, un terzo di disegno professionale e un quarto sulla lavorazione manuale della pietra".
Ci parli brevemente della tradizione degli scalpellini della Maiella che con la scuola “Antichi Mestieri” ha contribuito a recuperare, conservare e tramandare....
"Nel 2002, abbiamo pubblicato, col patrocinio della Provincia di Pescara un saggio sulla storia degli scalpellini della Maiella dell'area Marrucina. Principalmente, ho utilizzato come fonti, l'archivio di Stato di Pescara e i racconti orali dei vecchi scalpellini, in una cultura popolare, dove i fatti vengono spesso raccontati in maniera soggettiva. Nel libro, si prendono in considerazione principalmente due filoni, quello della Maiella Orientale e quello della Maiella Nord - Occidentale, in particolare, in quella Occidentale c'è l'influenza del barocco napoletano e romano, invece in quella Orientale, c'è, oltre alla tradizione napoletana, quella pugliese. Oggi giorno, sono due i Comuni che mantengono principalmente questa attività: Lettomanoppello (Pe) per quella Nord - Occidentale e Pennapiedimonte (Ch) per quella Orientale che hanno anche due tipologie di pietre diverse: nella parte orientale, quella che primeggia è la pietra bianca morbida, mentre a Lettomanoppello ci sono due tipologie di pietre, quella paglierina, e una nera asfaltica da cui si ricava anche il bitume. A Pennapiedimonte i più famosi scalpellini sono i Giuliante, di cui l'opera più importante è il restauro della sede storica della Camera di Commercio di Chieti in Piazza G.B. Vico , il cimitero monumentale di Chieti, alcune parti monumentali della Cattedrale di Cattedrale di San Giustino sempre nel capoluogo teatino. Invece, i cognomi più importanti delle famiglie degli scalpellini di Lettomanoppello sono: i Rabuffo, i Castellucci , i Donatelli, gli Aceto, i Gizzarelli, i Di Biase e altri. Essi si sono principalmente dedicati a molti restauri, tra cui quelli di Santa Maria d'Arabona, San Liberatore a Maiella, il Castello di Capestrano e molti palazzi nobiliari, sia a L'Aquila, sia a Chieti che a Penne e in tante altre città. Una manifestazione riguardante la lavorazione della pietra a livello artistico sono le “Dieci Giornate in Pietra” di Lettomanoppello che si fa ad anni alterni nel mese di Settembre, in cui vengono invitati artisti da tutto il mondo".
Oggi che fine ha fatto la scuola degli scalpellini di Lettomanoppello?
"Da ultime notizie, il Presidente della Regione Abruzzo e il Sindaco di Lettomanoppello vorrebbero riattivare una scuola di carattere regionale, considerato l'interesse che questo materiale suscita".
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia