(ASI) – Lontani sembrano i tempi dell’Umbria terra d’eccellenze. In un territorio frustrato da scelte strategiche nazionali sempre più penalizzanti, il dibattito è ora improntato sulla ricerca dei “responsabili” dell’isolamento umbro in fatto di trasporti.
Mentre si rilancia il tema dell’alta velocità, i pendolari umbri sembrano, ancora una volta, esser stati dimenticati dalla politica e dagli organi d’informazione. Eppure qualcosa pare finalmente muoversi: “Talete”, è in città.
Il treno “medico”
“Talete”, questo il suo nome, è un convoglio diagnostico di proprietà di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) tra i più avanzati d’Europa. La notizia, di per se forse non esaltante, è che finalmente la ex Ferrovia Centrale Umbra, forse, dopo decenni d’oggettiva ed evidente incuria, pare finalmente ricevere le cure e le attenzioni promesse dal governo regionale. Tale attenzione non è altro che la logica messa in atto del recente accordo stipulato con Rfi e presentato alla stampa il 13 settembre 2017. In quella data infatti, la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, alla presenza degli uomini più rappresentativi in fatto di mobilità regionale umbra, aveva annunciato la messa in atto dell’accordo che prevedeva il passaggio di gestione ad Rfi della ex Fcu. Alla data del 18 settembre era previsto l’inizio delle ricognizioni strategiche di Rfi lungo la rete della ex-Fcu. Sempre in quella data erano previsti l’avvio di alcuni cantieri nella tratta nord (Perugia Ponte San Giovanni – Sansepolcro), appannaggio di un appalto regionale precedente alla cessione gestionale ad Rfi. L’avvio dei suddetti lavori aveva favorevolmente colpito tanto l’opinione pubblica, quanto gli organi d’informazione. Rimaneva il nodo principale, ossia l’inizio degli interventi da parte di Rfi, che poi in definitiva rappresenterebbero la parte più cospicua e strategica del risanamento della ex – Fcu. Venerdì 29 settembre questo nodo è stato sciolto dall’apparizione nella stazione di Ponte San Giovanni di “Talete”. La carrozza diagnostica in composizione al convoglio dispone infatti di precisi apparati di misurazione che hanno consentito di dare il via alla ricognizione approfondita dello stato della linea ex- Fcu. Tale ricognizione costituisce di fatto il prologo, nonché la base, dei lavori che verranno svolti nei prossimi 12 mesi.
Politica e inchieste
La presenza di “Talete” sui binari umbri potrebbe costituire un indubbio punto a favore dell’amministrazione regionale, ormai sempre più in difficoltà. Solo 12 mesi fa la stessa giunta rifiutava qualsiasi sospetto di mala gestione in fatto dei trasporti, ed era fortemente, e compattamente, impegnata a favore della “Medio Etruria”, la stazione alta velocità umbra in territorio toscano. Ad oggi invece pare non esservi più alcuna traccia dei sostenitori della discussa soluzione “Medio Etruria”. Travolti dallo scandalo dell’inchiesta sul “buco” milionario di gestione di Umbria Mobilità, messi alle strette perfino dai compagni di partito toscani sulla dubbia utilità della “Medio Etruria” ed infine colpiti da un impietoso sondaggio di gradimento che da la giunta, e la sua presidente, in caduta libera quanto a gradimento, gli esponenti di spicco della giunta Marini pare abbiano puntato tutto sull’accordo con Rfi e sul rilancio della ex Fcu. La situazione è invero assolutamente sfavorevole al momento tanto alla giunta regionale, quanto al Pd umbro. La commissione d’indagine sul crack di Umbria Mobilità si è insediata lunedì 2 ottobre. Tale organo, fortemente voluto dal movimento Cinque Stelle nella persona dei consiglieri Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati, vede proprio la Carbonari nelle vesti di vice presidente al fianco della presidente Carla Casciari, collaudato esponente del Pd umbro. Non solo trattasi di una vittoria del Movimetno 5 Stelle (anche se ottenuta con il decisivo appoggio delle altre forze d’opposizione), ma la composizione stessa della commissione che vede tra i suoi membri anche il capo gruppo di Forza Italia Raffaele Nevi e Attilio Solinas di Mdp, lascia ben sperare che forse, almeno per questa volta, non varrà il detto “fai una commissione per far sparire la verità”. A margine di questo, ci hanno pensato il consigliere Claudio Ricci a mantenere alta l’attenzione proponendo una mozione che impegni tutti i parlamentari umbri a richiedere lo stanziamento di 1 miliardo di euro per la ex – Fcu. La proposta di Ricci, non certo di poco conto, si basa infatti sull’assunto, tutt’altro che fantascientifico, che i 63 milioni di euro stanziati per rinnovare i treni e la sede ferroviaria della ex Fcu non saranno sufficienti.
“63 milioni di euro disponibili, nel quadro dell’atto di concessione dell’infrastruttura ferroviaria a Rete ferroviaria italiana, non sono sufficienti a sviluppare un progetto di alto profilo e attrattivo di domanda trasportistica legata al trasporto pubblico locale“- ha fatto sapere Ricci il quale ha poi aggiunto – “La Ferrovia Centrale Umbra si sviluppa per circa 157 km e dopo la chiusura temporanea, per mancata manutenzione programmata, deve essere oggetto di un progetto di ristrutturazione come metropolitana leggera riqualificando le stazioni e utilizzando convogli tecnologicamente evoluti”. Infine il consigliere Ricci ha posto l’accento su un’altra spinosa questione legata al riassetto del personale in quanto ha sottolineato la necessità di “valutare l’utilizzo adeguato delle professionalità provenienti dalla ex Fcu in quanto dei 48 macchinisti in carico alla ex Fcu, 15 sono costretti a svolgere servizi di controlleria sugli autobus. Tali mansioni sono poco congruenti con le capacità professionali e formative dei macchinisti“. Ricci ha insomma evidenziato quello che pare di fatto come uno spreco nello spreco: personale formato, la cui formazione è stata garantita con soldi pubblici, che dovrà svolgere un lavoro demansionato a cui si andranno ad aggiungere quanti saranno invece indirizzati al conseguimento della patente di idoneità alla guida degli autobus, con ulteriori costi a carico dei cittadini. Ma non basta, perché da Roma, è tornata a farsi sentire anche Adriana Galgano. “Siamo la penultima Regione in Italia per perdita di benessere.” – ha sottolineato la deputata umbra di Civici e Innovatori – “Ci “batte” solo il Molise. In Umbria è ora di cambiare più di qualcosa. Solo per fare un esempio, l'unica provincia che in Italia ha visto crescere il suo Pil in questi 8 anni di crisi è la quella di Milano. E' vitale per la ripresa della nostra economia avere il treno ad Alta Velocità che ci colleghi a Milano sia per lo sviluppo sia delle aziende che del turismo”. Dall’interno del consiglio regionale invece ad incalzare la giunta Marini è il segretario regionale e consigliere di Fdi Marco Squarta che qualche giorno fa ha avvertito la giunta che la questione del Frecciarossa in Umbria non è più rimandabile. Oltre all’Alta Velocità, la deputata umbra, Adriana Galgano, ha incalzato la giunta regionale anche sui lavori di raddoppio e rinnovo del tracciato che interessano ormai da anni la tratta ferroviaria che va Campello sul Clitunno a Spoleto. “In 16 anni sono stati spesi oltre cento milioni di euro, tre aziende aggiudicatrici degli appalti hanno fallito, ed il risultato sono stati solo 3 chilometri di binario raddoppiato” – ha attaccato la Galgano che ha poi lanciato l’affondo sulla mala gestione della mobilità regionale nel suo complesso – “Dalla chiusura della ex Fcu non c’è stato quel flusso di passeggeri che alcuni davano per scontato dal treno verso gli autobus. Al contrario il numero degli abbonamenti annuali è in crollo vertiginoso e questo si riflette negativamente tanto sull’ambiente, sulla salute e sul traffico, quanto sui bilanci dei trasporti umbri che si vedono depauperati di ingenti proventi derivanti dal gradimento del servizio e quindi dalla conseguente stipula degli abbonamenti e dalla vendita dei biglietti”.
I Pendolari
Se da un lato qualcosa pare finalmente muoversi dopo tanti, troppi, anni di inerzia, d’altra parte rimane un nodo fondamentale trascurato tanto dalla politica, quanto dagli organi d’informazioni e da alcune importanti associazioni: quello dei pendolari. A farsi sentire in questo senso è stato Gianluigi Giusti, portavoce del Coordinamento dei Pendolari Umbri. “Tutti parlano solo di Fcu ed Alta Velocità, ma non esistono solo queste questioni. Esiste un grave problema di programmazione dei servizi regionali e sovra regionali. Per esempio, a causa della modifica all’orario di un treno intercity Roma - Ancona, decisa nel dicembre 2016 dal ministero dei trasporti per quanto riguarda i giorni festivi, dalle ore 8 del mattino, fino alle 13:28 non vi è più alcun collegamento tra la capitale e Perugia. Stessa situazione nel pomeriggio con un buco nel servizio dalle 13:56 fino alle 17:48. Non si tratta solo di una perdita di turisti da e per il capoluogo umbro, ma di un danno a tutti quei lavoratori che, al giorno d’oggi, si vedono costretti a spostarsi da e verso la capitale per esigenze lavorative” – ha spiegato giusti che ha poi portato l’affondo contro la regione Umbria e la gestione dei trasporti. “Dato che la regione ha manifestato più volte tutta la propria inadeguatezza nella gestione dei trasporti ferroviari, non sarà forse il caso di restituire le deleghe al governo centrale?”
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia
Il convoglio "Talete" nella stazione di Ponte San Giovanni il 29/09/2017. (Foto: E.Benda)