(ASI) Si parla in questi giorni del divieto del burkini nelle spiagge francesi trovandolo il governo Holland, offensivo. Gente che trovandosi sulla sabbia, a prendere il sole in bikini, tankini ecc.si meraviglia della donna in burkini. Alcuni sguardi sono curiosi; altri , semplicemente ostili.
Che c’è di male, di tanto oltraggioso al costume occidentale?
Le donne musulmane desiderano fare il bagno, semplicemente giocare con i propri figli, nuotare ., senza fare dichiarazioni politiche o religiose.
Ma perché essere una donna coperta sulla spiaggia per motivi religiosi deve essere visto in forma negativa?
Sembra in un certo qual senso che essendo un hijabi sulla spiaggia si mette in un piano e classe inferiore rispetto a quella occidentale.
Il numero di donne che indossano l'hijab è cresciuto in tutto il mondo con variazioni sul tema stilistico.
E’ stato affermato che indossare i costumi da bagno che visualizzano l'appartenenza religiosa è un atto idoneo a creare rischi per l'ordine pubblico.
Che tipo di rischi per l'ordine pubblico comporterebbe indossare il burkini nel fare il bagno a Cannes? O ad Ostia, Pescara, Venezia, Palermo?
Non penso che ci sia qualcuno che possa pensare che stare accanto e seduto ad una donna con burkini sia da considerare offensivo, e non è cosi in misura maggiore rispetto ad una donna in bikini,pur sempre piacevole da vedersi.
E’ semplicistico ridurre tutto ad una questione politica - una questione di ordine pubblico, perché alla fine cosi facendo si può ottenere l’effetto contrario ed essere proprio una causa di disordine pubblico.
Naturalmente con questo non si intende affermare che non debbano esserci dei limiti: un conto è utilizzare abbigliamento al mare, altro nella vita sociale e quotidiana: il parziale o totale oscuramento del viso certamente rappresenta un problema di ordine e sicurezza pubblici.
Il mondo occidentale non deve permettersi il lusso di stravolgere le proprie abitudini, consuetudini: l’eccesso di integrazione, di democrazia , di apertura incondizionata ad altre etnie, può portare alla anarchia, al disagio sociale, al disordine pubblico.
Quindi l’invito è di essere equilibrati e riconoscere che la democrazia non significa eccesso di liberta e di diritti, bizantinismi burocratici e legislativi, rinuncia alla propria identità : chi vuole vivere in Italia o in Europa, deve pur sempre riconoscere il diritto di colui che ospita, al rispetto di un modello minimo di vita relazionale, culturale, alimentare, sociale e non, che il mondo occidentale debba conformarsi a quello musulmano e prenderlo come modello di vita come , avventatamente sostenuto da qualche politico.
Francesco Rosati di Monteprandone