Perugia, presentazione del libro “La verità sul Piano Kalergi”. Intervista all’autore Matteo Simonetti.

(ASI) Nel pomeriggio di sabato 21 novembre a Perugia presso l'Etruscan Choco Hotel, si è svolta la presentazione del libro “La verità sul Piano Kalergi” di Matteo Simonetti. Il testo pubblicato nel febbraio 2015

e edito con l’”Edizioni Radio Spada”, ha scatenato un notevole dibattito nella sfera politica e culturale, in internet e sui social network. La presentazione svoltasi nella sala conferenze dell’Etruscan Choco Hotl ha registrato un discreto successo. Molti i cittadini che hanno partecipato e posto con interesse numerose domande tanto allo scrittore del libro tanto al Dottore Mario Cecere, il quale ricopriva il compito di “moderatore” dell’evento. Ad organizzare e sponsorizzare la presentazione del libro vi erano diverse sigle quali il gruppo musicale perugino “Delenda Carthago” di cui Federico Donti ha partecipato al tavolo dei conferenzieri, e il sito web di cultura e società “EreticaMente”.

Prima dell’inizio della presentazione, l’autore Matteo Simonetti – professore di storia e filosofia – ha rilasciato gentilmente un’intervista ad Agenzia Stampa Italia.

 Professore Simonetti, da quanto studia il piano Kalergi?

<<Il libro è stato stampato nel febbraio 2015, mentre la sua stesura è stata raggiunta a dicembre 2014. La tematica che è oggetto di trattazione nel libro la iniziai a studiare personalmente minimo 7 mesi prima dal compimento della stesura, quindi all’incirca nell’aprile 2014. Devo dire che è stato un lavoro che mi ha occupato gran parte del giorno, essendo difficilmente reperibili materiali in lingua italiana che trattano del tema. In particolare è stato un lavoro di reperimento e traduzione soprattutto dal tedesco e dall’inglese.>>

Chi era Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi?

<<Kalergi proveniva da una nobile famiglia austriaca e nasce il 16 novembre 1894. La madre discendeva da una nobile famiglia giapponese. Il padre oltre ad essere un nobile, fu un diplomatico importante dell’Austria, poliglotto e in continuo viaggio per il mondo. Quindi Kalergi respirò da sempre un certo ambiente “cosmopolitico” insieme al padre. Nel 1924/1925 si iscrisse alla massoneria nella Loggia "Humanitas" di Vienna, quasi in contemporanea con la stesura del suo libro più importante, a mio avviso, che è “Praktischer Idealismus”(Idealismo pratico), sul quale si basa il mio saggio.>>

Quali erano gli obbiettivi e i fini posti all’interno di questo “Idealismo pratico”?

<<Lo scopo ufficiale che è il lietmotiv di tutta l’attività politica di Kalergi fino agli anni sessanta del novecento, è la creazione dell’unione politica europea. Però se noi andiamo a sviscerare le modalità e gli obbiettivi con cui lui si era prefisso di realizzare questa entità politica, allora dobbiamo per forza prendere in esame proprio Praktischer Idealismus, che è l’unico testo che filosoficamente presenta dei contenuti profondi ed interessanti. Mentre le sue altre opere, ad esempio Pan-Europa” che è la più celebre, sono all’incirca dei manifesti politici o programmatici che nei contenuti non rilevano interamente la posizione politica e filosofica dell’autore. Nel testo Praktischer Idealismus troviamo dei contenuti, alla luce del nostro contesto odierno, che possiamo dire “strabilianti”. Cioè l’Europa per come noi la conosciamo oggi: l’Europa della crisi economica, l’Europa del debito pubblico, l’Europa dell’immigrazione incontrollata, l’Europa della cancellazione dell’identità e delle differenze nazionali per addivenire ad un’amalgama invece dei popoli. Tutto ciò e molto altro ancora di sconvolgente è contenuto in questo “Progetto” o “Piano” che è il fulcro di Praktischer Idealismus.>>

All’interno di Praktischer Idealismus, vi si trova il punto del “meticciato”. Giusto?

<<Si, ad onor del vero – e ciò lo rimarco sempre – dal punto di vista dell’entità quantitativa questa sua posizione inerente al “meticciato”, si riscontra solo in poche frasi. Però devo dire che sono molto importanti e contestualizzate in un modo molto centrale. Come detto dal punto di vista quantitativo è poca cosa il “meticciato”, però dobbiamo notare che tutto il resto del corollario di ciò che Kalergi sostiene: un progressismo sfrenato, l’abbattimento di ogni residuo della cultura tradizionale che lui identifica come “barbarie”, una certa apertura di libertà sessuale, l’eugenetica, il dominio della finanza apolide, eccetera. Rientrano tutti questi elementi, compreso quello del “meticciato”, in un’ottica più generale che riguarda il “Mondialismo”.

Quindi questa tendenza che oggi viene portata avanti dall’elite che si ammanta della democrazia per perseguire dei propri fini che sfociano nel Mondialismo, è già prospettata nell’opera in questione. Dunque il “meticciato” sarebbe una delle armi di cui si avvale il Mondialismo.>>

Lei reputa che questa immigrazione di massa che noi oggi stiamo vivendo, possa in qualche modo essere correlata anche ad una certa progettualità?

<<E’ certamente correlata, altrimenti non si spiegherebbe. Nel senso che questa operazione che fa il male non solo di noi europei che non siamo materialmente in grado di accogliere tutti, ma anche e soprattutto degli immigrati perché vengo sradicati dalla loro Patria, vengono privati delle loro radici, per poi essere trasportati in un mondo che non è il loro ed essere “proletarizzati” immediatamente. Vengono a trovarsi in maniera inedita per loro, in un “tritacarne” che è la società consumistica di massa, con i suoi bisogni indotti ma anche con le sue dinamiche di povertà connesse allo sfruttamento della manodopera. Con ciò si creano quegli episodi di contrasto tra le fasce meno abbienti delle popolazioni che sono quella autoctona e quella immigrata e questa situazione provoca un aumento dell’insicurezza sociale. Quest’aumento dell’insicurezza sociale fa il gioco del potentato politico perché permette quel giro di vite sulla sicurezza, quel controllo in più, quella possibilità di ridurre i diritti fondamentali dell’individuo come vediamo adesso succedere in ordine a questa nuova ondata di attentati, che appunto non può essere un “frutto del caso” ma soltanto una parte di un piano premeditato. Altrimenti, come detto, non sarebbero spiegabili queste strategie d’importazione massiccia di allogeni.>>

In merito a quanto ha detto di una certa condizione di “libertà sessuale”, lei potrebbe anche dire che l’abbattimento della “famiglia naturale”, il progressivo svanimento dei concetti quali “maschile” e “femminile” nella società, possano essere inclusi in questa possibile progettualità?

<<Tali temi sono invece centrali nell’opera Praktischer Idealismus. Mentre il “meticciato” occupa sostanzialmente poche righe, su questi temi sono state spese diverse pagine.

Ad esempio Kalergi spiega come la molteplicità delle nazioni e dei popoli scomparirà per lasciare spazio ad una “molteplicità di individui”. Questa molteplicità di individui non è spiegabile dal punto di vista esteriore, perché lui ha già detto nel testo che la popolazione europea del futuro sarà simile a quella dell’antico Egitto: Kalergi usa le parole esatte di “euroasiatica-negroide”. Quindi se noi teniamo conto che questo sarà il prototipo del futuro europeo – massificato, e con lineamenti etnici irriconoscibili –, possiamo capire che la “molteplicità” alla quale si riferisce Kalergi non è quella raziale ma un’altra molteplicità. Sfogliando le pagine Praktischer Idealismus, il lettore può ben figurare nella sua mente una cosa che noi stiamo vivendo tutt’oggi. Ovvero una promozione, anche a livello mediatico, di una “moltiplicazione dei generi sessuali”. Quindi questa moltiplicazione degli individui, non è altro che una moltiplicazione dei generi sessuali. Più concretamente l’Europa che ha prospettato Kalergi, è un’Europa uguale da per tutto e in ogni suo punto. Le differenze saranno solo individuali, nel senso che i vari individui potranno avere vari “atteggiamenti” sessuali, non solo orientamenti. E questo ad oggi noi ce lo abbiamo sott’occhio.>>

Sempre all’interno di Praktischer Idealismus, Kalergi spiega che mentre la popolazione europea sarà omologata, esisterà invece un’aristocrazia separata dalla massa.

<<Infatti possiamo dire che nel “Piano” di Kalergi esistono due Europe. La prima è quella della popolazione a cui spetta questo destino delineato, la seconda Europa è “l’Europa dell’elite”. Da chi sarà costituita questa nuova elite? Secondo Kalergi l’elite sarà costituita dall’Ebraico. Un ebreo “secolarizzato”, non più ortodosso come quello tipicamente abitante nella realtà del ghetto, ma un ebreo dell’alta finanza mondiale. Praticamente Kalergi sta dicendo che i nuovi nobili, la nuova “razza dominatrice” – lui parla proprio di “Herrenrasse” ancora prima che lo faccia Hitler – è quella degli ebrei dell’alta finanza, cioè colore che in realtà lo sovvenzionano. Perché non dimentichiamo che Rothschild, Warburg, sovvenzionarono Kalergi con il suo progetto “Pan-europeo”. Nel suo testo, egli non fa altro che rendere omaggio ai suo benefattori e a coloro che rendono possibili il perseguimento di questa sua idea. Ecco, è quasi impossibile dal punto di vista storico determinare quale sia “la causa” e quale “l’effetto”. Non sappiamo se i fondi di Rothschild e di Warburg vennero perché lui avesse già in mente questa promozione dell’aspetto ebraico, oppure se frequentando questi personaggi, all’interno anche di circoli massonici, abbia creato una teoria ad hoc che gli permettesse di risaltare agli occhi di una determinata cerchia per emergere poi da un punto di vista personale, economico e di visibilità. Però, tutto sommato, sono dettagli che non interessano più tanto. Importante è guardare quale è oggi il risultato.>>

Secondo il suo parere Professore Simonetti, l’Europa attuale può essere intesa come una “figlia ideale” di quello a cui avrebbe teso o immaginato Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi?

<<E’ la realizzazione precisa! La realizzazione puntuale che emerge da questa lettura. Ma non bisogna dimenticare che Kalergi è solo una delle pedine di questo Mondialismo. In pratica si tratta della realizzazione di un progetto che possiamo chiamare “Anglofono”, perché parte dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti d’America, che però ad onor del vero ha come propri protagonisti gli ebrei che vivono in quelle zone. Quindi questi ebrei americani vedono la possibilità, subito dopo la fine della prima guerra mondiale, di costruire un’Europa debole. Un’Europa che non intralci i loro piani di conquista. E come la realizzano quest’Europa debole? Nella maniera esatta a quella che noi oggi vediamo. Cioè un’Europa instabile, un’Europa senza un suo esercito, senza una sua identità in termini di politica estera e di difesa, un’Europa succube culturalmente dei modelli che provengono da oltre oceano, e quindi un Europa che è destinata anche dal punto di vista filosofico-culturale a lasciare il primato che ha tenuto per molti secoli al così detto “Nuovo mondo”.>>

Kalergi all’epoca che riscontro ebbe nel mondo Tedesco o nell’Europa?

<<In Europa il suo esordio politico è stato fallimentare. Cercò di dare vita ad un partito europeista che però non ebbe consensi. Poi fondò un movimento giovanile sempre europeista, ma anch’esso non ebbe consensi. Allora si rifugiò nell’unica possibilità che gli era rimasta: ovvero fare “lobby”. In questa scia, provò a contattare individualmente i singoli parlamentari degli Stati europei, per creare questa specie di “proto-parlamento europeo”, registrando ancora dei bassi risultati. Alla fine riuscì in un viaggio negli U.S.A., sponsorizzato dai Rothschild, avendo anche l’appoggio delle più grandi testate giornalistiche e delle più grandi università americane, a far approvare tramite un senatore dello Stato Americano una mozione che sensibilizzasse il Governo degli U.S.A. e lo spronasse alla creazione degli Stati Uniti Europei. Quindi la creazione dell’”Europa” nasce in America, sotto la spinta e anche i soldi di questi personaggi di cui abbiamo parlato. Soltanto dopo questa operazione, di ritorno riesce in Europa – sempre coadiuvato con l’azione lobbystica – a realizzare piano piano questo suo obbiettivo. Come lo fa? Coinvolgendo delle personalità di primo piano – nel libro ne enumero diversi – come Robert Schuman, Jean Monnet, Edvard Beneš e molti altri. Costoro hanno un ruolo nella parte precedente, durante e dopo la seconda guerra mondiale, di fiancheggiamento dell’azione americana in Europa. Alcuni di questi fiancheggiatori, si occuparono della ricerca di soldati da occupare contro i nazionalsocialisti; altri aiutarono l’azione bellica vera e propria. E tramite questo importante contributo, furono premiati attraverso la concessione di alcune cariche di rilievo nel campo politico, gestionale e burocratico. Quindi anche attraverso il contatto di tutta questa serie di persone, Kalergi riuscì a costituire questa unità europea.>>

Quanto è conosciuto oggi Kalergi in Europa e nel mondo?

<<Egli a tutt’oggi è uno sconosciuto alle grandi platee. Ma non dimentichiamo che esiste anche il “Premio Kalergi”, e lo hanno ritirato Angela Merkel, Herman Van Rompuy e altri. Questo per dire che nei circoli che “contano” Kalergi è una figura ben conosciuta. Chiunque per curiosità sfogli le pagine dei siti internet della Comunità Europea, potrà vedere che Kalergi è denominato “Padre dell’Europa”. Dunque, come detto, egli non è un personaggio di secondo piano, ma alcune sue posizioni scritte in Praktischer Idealismus sono precluse alle grandi masse. Non arrivano, perché nessuno ne parla. Vorrei ricordare che questo mio libro “La verità sul Piano Kalergi”, è il secondo mai scritto che tratta direttamente di personaggio Kalergi e dei suoi obbietti.>>

Professore Simonetti, a coloro che potrebbero accusarla di “Complottismo”, che cosa si sente di rispondere?

<<Io non posso fare altro che riportare le stesse parole di Kalergi espresse nel più volte ripetuto Praktischer Idealismus. Qui ci sono due ordini di riflessione: il primo “storico” riguarda quello che lui ha detto, da chi a preso i soldi, con chi si è incontrato, quali sono le figure che lui propone come modelli di riferimento; il secondo è guardare quello che oggi accade direttamente sotto i nostri occhi. Se si realizza tutto quello che lui ha detto, o sosteniamo una casualità incredibile, oppure dobbiamo sostenere che esiste un nesso tra quello che lui scrive e quello che si è realizzato. >>

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

 

 

 

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