Lei Feng, un mito che resiste al tempo

(ASI) Lo scorso 24 luglio è stata ufficialmente presentata una nuova rivista in Cina.

L'evento in sé non sorprende se si considera il grande dinamismo del mercato editoriale nel Paese asiatico, dove giornali, tabloid, riviste e pubblicazioni contribuiscono ormai da anni a stimolare un dibattito vivace e serrato nei vari campi della vita pubblica, dalla politica alla filosofia, dalla storia all'economia, dall'arte al tempo libero. A stupire è invece il fatto che il nuovo periodico mutuerà direttamente il suo nome da Lei Feng, il soldato scomparso in un incidente nel 1962, a soli 22 anni, ed entrato nell'immaginario collettivo cinese nel 1963, quando Mao Zedong decise di immortalarlo come esempio di devozione alla patria, al popolo, all'integrità, all'altruismo e all'onestà. "Il nostro Paese difende la filosofia di Confucio e Mencio, ma sorprendentemente domande come se sia saggio aiutare una persona anziana che cade a terra sono diventate oggetto di dibattito negli ultimi anni. A seguito di un declino dei valori morali nella società, è necessario disporre di una rivista che sostiene Lei Feng", ha detto Tao Ke, direttore della nuova rivista.

L'esempio morale di Lei Feng
Nato nel 1940 nella prefettura di Changsha (provincia dello Hunan), Lei Feng, nonostante la giovane età, era già conosciuto in molte aree del Paese per una modestia ed un altruismo non comuni, che lo avevano portato ad aiutare centinaia di bisognosi in maniera del tutto disinteressata. Lei Feng era rimasto solo, aveva perso l'intera famiglia da bambino: il padre e i due fratelli perirono per cause diverse durante la guerra di resistenza all'invasione giapponese (1937-1945), mentre la madre si suicidò dopo essere stata disonorata da un dispotico proprietario terriero. La sua biografia ufficiale narra che in punto di morte la madre gli disse di non dimenticare le sofferenze e i sacrifici patiti dalla sua famiglia. Secondo la ricostruzione ufficiale, Lei Feng non versò una lacrima ma disse: "Madre, non preoccupatevi. Ricorderò tutto".
Seguendo una lunga tradizione pubblicistica cinese, anche il pensiero di Lei Feng fu tramandato attraverso la pubblicazione di citazioni e pensieri scelti tra quelli che erano raccolti nel suo diario personale. Stampato tre anni prima del celeberrimo Libretto Rosso di Mao, il Diario di Lei Feng è stato uno tra i più conosciuti testi politici di riferimento del Partito Comunista Cinese, insieme ad alcune fondamentali opere di Mao Zedong, Liu Shaoqi e Zhou Enlai. Sebbene arricchito da aggiunte e commenti dell'editore e dello stesso Mao, il diario racchiude riflessioni e pensieri che compongono una guida di condotta morale e civile non solo per il soldato esemplare, ma anche per il cittadino modello.
Lei Feng sottolinea la missione emancipatrice dell'uomo dalle forme di schiavitù vecchie e nuove: "Alcune persone dicono che i prodotti alimentari, l'abbigliamento e il divertimento sono le uniche cose che fanno la felicità. Per la nostra vita, dovremmo essere diligenti e creare la ricchezza con le nostre stesse mani, dedicandoci alla liberazione degli esseri umani. Questa è la vera felicità". Ma anche l'importanza della lotta e del sacrificio: "Sono disposto ad essere un pino nella roccia della montagna, piuttosto che un salice accanto alla riva del lago. Sono disposto a trovarmi nella tempesta, lottando e combattendo contro le difficoltà per rafforzare me stesso, piuttosto che passare la mia vita in tranquillità".
Oppure, l'umiltà e l'altruismo: "Ricorda sempre che sul lavoro il compagno con più ambizione è quello che tu consideri al tuo pari, ma nella vita devi considerare compagno colui che ha il tenore di vita più basso"; "La gioventù! Sempre bellissima! Eppure la vera giovinezza può trovarsi soltanto in quelle persone che si sforzano per raggiungere un obiettivo, mettendo costantemente il lavoro davanti a sé stessi, con umiltà"; "La vita umana è limitata ma servire il popolo non ha limiti. Voglio dedicare la mia vita limitata a servire il popolo illimitatamente".
Secondo He Chaohai, curatore del Museo Memoriale di Lei Feng, "i fenomeni di corruzione, menzogna e cinismo si scatenano quando la morale sociale è marcia", e non a caso "nelle due grandi campagne di promozione della figura di Lei Feng nel passato, negli anni Sessanta e negli anni Novanta, la morale sociale è notevolmente migliorata".

"Imparare da Lei Feng!"
Con la sconfitta definitiva della Rivoluzione Culturale e l'ascesa al potere di Deng Xiaoping (1978), la figura di Lei Feng fu messa in discussione da alcuni ambienti intellettuali, poiché associata al fanatismo ideologico e alle varie forme di culto della personalità del decennio precedente. Malgrado ciò, il mito seppe resistere, restando nel cuore di centinaia di milioni di cinesi. Liu Zhun del Global Times osserva che all'inizio degli anni Ottanta la figura di Lei Feng fu in qualche modo "colpita" in quanto "icona della pubblicistica della vecchia scuola del Partito", sebbene gli stessi ideologi vicini alla Banda dei Quattro l'avessero sempre ritenuta 'non abbastanza rivoluzionaria' così come troppo 'reazionaria' consideravano l'idea di 'obbedienza' che egli incarnava. Tuttavia, "Lei Feng - prosegue Liu Zhun - gioca ancora un ruolo importante negli sforzi pubblici del Partito e ogni 5 marzo, il giorno in cui Mao esortò l'intera nazione ad imparare da Lei Feng nel 1963, gli organi di governo lanceranno campagne locali per seguire l'esempio di Lei Feng ed invitare il popolo a fare di più per il bene comune".
In occasione del IX Forum sulla Moralità della Società Cinese del 27-29 febbraio 2012 a Pechino, Liu Yunshan, direttore del Dipartimento dell'Informazione del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, ha affermato: "Lei Feng è il nostro modello eterno e il suo spirito è un monumento immortale".
Con la pubblicazione della nuova rivista, dunque, la Casa Editrice del Popolo vuole contribuire a proiettare la figura di Lei Feng nel XXI secolo per "raccontare storie di buoni samaritani dei nostri tempi e condividere esperienze positive sulla scia del suo esempio ad opera di individui e organizzazioni, al fine di incoraggiare la società a sostenere i valori portanti del socialismo", come ha affermato Li Dongdong, capo del gruppo editoriale della rivista, che metterà a disposizione dei suoi lettori anche un portale internet ed un'applicazione mobile per WeChat, la celebre mobile-chat cinese che conta circa 700 milioni di utenti.
L'introduzione dell'economia di mercato, pur in un sistema rimasto socialista nei suoi principi costituzionali di base, ha cambiato profondamente l'approccio allo sviluppo e le abitudini quotidiane della società cinese. Secondo Wang Yiqing del China Daily, "la rapida crescita economica e i drastici cambiamenti sociali nelle aree urbane e rurali hanno scosso l'ingenua fede popolare coltivata ai bei vecchi tempi", tanto che "lo spirito puro, disinteressato e altruistico incarnato da Lei Feng è sempre meno sentito oggi dinnanzi al materialismo che dilaga nella società e all'erosione delle comunità". Ci si chiede, in sostanza, se nel cittadino cinese medio stia prevalendo o meno un senso di egoismo che lo porta a mettere in dubbio l'utilità di dedicare il proprio tempo anche agli altri.
Chiaramente, per la sua struttura politico-sociale, la sua tradizione filosofico-culturale ed il suo sviluppo storico-economico, la Cina si trova ancora in una condizione molto diversa rispetto alla società occidentale, che invece si è ormai pienamente urbanizzata, atomizzata e depoliticizzata (che non significa 'senza politica', ma certamente 'con molta politica in meno' rispetto al passato), attraverso una serie di fattori distinti ma tra loro concatenati, di ordine economico (terziarizzazione/finanziarizzazione), sociale (individualismo/rampantismo) e psicologico (egoismo/narcisismo).
La lotta alla corruzione a tutti i livelli che il presidente Xi Jinping sta strenuamente portando avanti all'interno della macchina amministrativa cinese non rientra dunque nella semplice attività giudiziaria, ma ha radici lontane. Proprio nel marzo 2013, Xi, rivolgendosi ai giovani a proposito del 'Sogno Cinese' lanciato poco tempo prima, aveva esortato i ragazzi e le ragazze a "essere fermi nelle proprie idee e convinzioni [...], acquisire capacità professionali [...], cercare di innovare e creare [...], lavorare sodo [...], e temprare il proprio carattere". In particolare, secondo Xi, "i giovani devono rafforzare il miglioramento teorico e la crescita morale, prendere l'iniziativa per portare avanti il patriottismo, il collettivismo e il socialismo, difendere l'etica sociale e professionale, e i valori della famiglia [...] essere i primi a prendere esempio da Lei Feng, attivarsi nel volontariato, ricoprire incarichi di responsabilità sociale, preoccuparsi degli altri, aiutare i poveri, i deboli e i disabili [...]".
Alla sfida della 'Nuova Normalità' che attende l'economia cinese al varco dei prossimi anni, se ne affianca dunque una di pari, se non maggiore, portata sul piano etico e morale. "Non adotteremo un modello di democrazia occidentale", aveva tuonato Hu Jintao durante i lavori del XVIII Congresso nel novembre del 2012 prima di lasciare il testimone al suo successore. Saranno i principi di Lei Feng a traghettare la Cina lontano dai pericoli di un mondo ancora (per poco) a guida occidentale? Tra non molto, lo sapremo.


Andrea Fais  -  Agenzia Stampa Italia

 

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