(ASI) Il 12 giugno a Lussemburgo si è raggiunto un accordo fra i ministri europei dell’ambiente, riguardo agli Organismi geneticamente modificati. Dopo quattro anni di dibattiti sull’argomento, si è deciso di dare libertà agli Stati membri di coltivarli o vietarli (parzialmente o completamente) sul territorio nazionale.
Gli Ogm, oltre ai temi fondamentali della crescita verde sostenibile e delle linee guida della presidenza europea che l’Italia assumerà a breve, sono stati al centro dell'incontro. Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, dopo aver incontrato i propri omologhi del PPE, ha twittato che l’Italia pronuncerà un sonoro no alla produzione di Ogm.
Inoltre Galletti ha paragonato la vittoria contro gli Ogm con l’eventuale vittoria ai Mondiali di Calcio in Brasile. Al lungo dibattito hanno preso parte il ministro dell'Ambiente irlandese Phil Hogam, quello spagnolo Isabel Garcia Tejerina, il responsabile della Green economy e del Clima in Ungheria Ferenc Hizo, il ministro per le Politiche climatiche della Polonia Marcin Korolec e Paulo Lemos, ministro dell'Ambiente portoghese.
Durante la riunione erano presenti anche il commissario europeo per la Salute, Tonio Borg, quello per l'Azione per il clima Connie Hedegaard e Eva Palackovà, consigliere politico del PPE. La questione deli Ogm tuttavia rimane controversa. Tuttora è difficile calcolare l’impatto che potrebbero avere sulla salute, soprattutto in una visione di lungo termine.
I dati sono pochi e non bastano per dare una valutazione complessiva di questo fenomeno. Sul versante opposto è forte la protesta di chi vede gli Organismi geneticamente modificati come una delle soluzioni per affrontare la fame nel mondo. Tuttavia, per ora l’Unione Europea sembra aver deciso. Gli Stati nazionali, invece, ancora no.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia