(ASI) Dure le parole del deputato Pdl, Renato Brunetta: in un 'intervento su 'Il Giornale' l'ex ministro non si è risparmiato nei confornti della situazione economica europea e, puntando il dito sul ruolo della Germania, afferma: "Il Professor Monti porti da subito all’attenzione dell’Europa il dossier dei guadagni dell’economia tedesca degli ultimi dieci anni sull’export e quelli dell’ultimo anno grazie ai titoli di Stato tedeschi.
Chieda conto dello stato comatoso delle sue Casse di Risparmio e il ruolo della finanza pubblica nei loro confronti; chieda conto dei trucchi della Cassa Depositi e Prestiti per aggirare le statistiche sul debito pubblico tedesco; chieda perché all’inizio della crisi, in maniera del tutto inspiegabile, Deutsche Bank ha venduto titoli del debito sovrano greco e italiano, buttando benzina sul fuoco; chieda conto dei comportamenti delle banche tedesche nei confronti della Grecia e dei titoli tossici che hanno in portafoglio; chieda perché nel Fiscal compact l’indicatore degli squilibri connessi alle esportazioni sia stato fissato al 6% quando la Germania arriva giusto al 5,9%. Senza alcun timore reverenziale, senza subalternità. La posta in gioco non lo consente. E smettiamola una volta per tutte- aggiunge il deputato- col dire che la Germania paga per tutti. Sulla scia della combinazione di speculazione internazionale e reazione inadeguata dell’Europa i tassi di interesse che gli Stati ’cicala’ si trovano a dover pagare sui titoli del debito pubblico aumentano vorticosamente, più di quanto non sia giustificato dallo stato dei conti pubblici. E a guadagnare sono gli Stati ’formica’, prima fra tutti la Germania. Per l’economia tedesca, quindi, doppio guadagno. Da qui deriva anche la tentazione egemonica della Germania, assecondata dalla debolezza della Commissione Europea. Per uscire dallo stallo l’Europa ha tutti gli strumenti. Si parta con l’annuncio di una road-map di riforme da realizzare simultaneamente: 1) unione bancaria, 2) unione economica, 3) unione fiscale, 4) unione politica. Il tutto nell’ambito di un processo riformatore per attribuire alla Bce un nuovo mandato che preveda il ruolo di prestatore di ultima istanza, al pari delle altre banche centrali. Se il Consiglio Europeo del 28-29 giugno si risolverà nell’ennesimo nulla di fatto- conclude Brunetta- saranno la Germania e la sua classe dirigente a mettersi fuori dall’euro e fuori dalla storia. Che questo accada non e’ nell’interesse di nessuno. Si salvi con generosità la Grecia nell’euro e si usi la stessa generosità e la stessa lungimiranza per salvare l’Unione Europea".