(ASI) - In uno studio commissionato dal Parlamento Europeo, sul tema dello Scudo europeo per la democrazia, in cui viene analizzato l’attuale scenario geopolitico internazionale, dal punto di vista del quadro legislativo e delle politiche per la protezione delle democrazie in Europa, emerge l’evidenza di una combinazione tra disinformazione mirata e meccanismi algoritmici delle piattaforme digitali che produce effetti misurabili sul dibattito pubblico e sulla fiducia nelle istituzioni, con potenziali rischi per la qualità della democrazia.
I documenti dell’Unione europea e dell’Europarlamento mettono in evidenza che gran parte della popolazione è esposta quotidianamente a fake news o notizie manipolate in tempi ravvicinati, e che tale esposizione ha come conseguenza la riduzione della partecipazione civica e la fiducia nelle tradizionali fonti d’informazione, viste sempre di più come entità manipolatrici. In particolare, viene chiamato in causa il ruolo svolto dagli algoritmi di raccomandazione, che selezionano e propongono contenuti per gli utenti, contribuendo alla circolazione e all’amplificazione di contenuti polarizzanti. Il problema infatti, è il metodo con cui questi meccanismi tecnologici aumentano la visibilità e la velocità di diffusione, di notizie che possono essere completamente false e inventate.
Un’altra minaccia incombe dalle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, in grado di generare contenuti in maniera completamente automaticamente, e dalle reti di bot che rendono sempre più difficile distinguere segnali autentici da manipolazione sistematica, con effetti sulla capacità degli elettori di formarsi un’opinione informata e strutturata.
Alla luce di tutto ciò, diventa importante comprendere come il rischio non è la scomparsa immediata della democrazia, ma un indebolimento progressivo delle condizioni che la rendono efficace. La mancanza di informazione affidabile, di responsabilità pubblica e di deliberazione condivisa, rappresentano i veri rischi per la democrazia, che appare sempre più fragile e meno resiliente alla disinformazione.
Sono state individuate tre strategie per risolvere questa problemantica: in primis aumentare la trasparenza degli algoritmi e delle pratiche di moderazione; potenziare l’alfabetizzazione digitale dei cittadini ed infine rafforzare i meccanismi europei di monitoraggio e soprattutto di risposta immediata e coordinata alle campagne di disinformazione. Soltanto con la tempestività e la trasparenza, è possibile comunicare in modo efficace con i cittadini ed eradicare una disinformazione sempre più diffusa e pericolosa.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



