(ASI) - Sette regioni sono impegnate con i rinnovi del Presidente e della Giunta Regionale. Ma le elezioni in Veneto, Campania e Puglia sono state attenzionate come banco di prova per i partiti, in particolare per la coalizione di centrodestra. I risultati infatti, oltre a determinare i nuovi governi regionali, verranno infatti letti come indicatori della tenuta interna alle alleanze nazionali e della relativa forza dei singoli partiti.
Il primo elemento principe di queste elezioni è stata sicuramente l’affluenza. In tutte e tre le regioni infatti prese in considerazione, si registra un calo significativo rispetto al 2020, con flessioni di diversi punti percentuali già alle 12:00 di ieri e confermati successivamente nelle rilevazioni serali. Questa percentuale di astensionismo al voto, contribuisce ad aumentare la volubilità dei risultati, che risulteranno così più sensibili agli spostamenti dell’elettorato, amplificando successi o sconfitte di liste radicate.
Per il centrodestra la posta è duplice: oltre consolidare i consensi nelle “roccaforti”, in particolare il Veneto, dimostrando così equilibrio nella gestione delle alleanze regionali, c’è il dubbio su alcune forze della coalizione, in particolare la Lega, che se non dovessero ottenere i risultati attesi, sarebbero esposti a una sorta di riequilibrio e ridistribuzione dei rapporti di forza e delle candidature future.
Per il centrosinistra e gli schieramenti alternativi, le regionali sono invece un’occasione determinante per dimostrare la propria resilienza elettorale e rinnovate capacità di adattamento nell’aggregare i voti locali in assenza di un ciclo nazionale favorevole. Per il Partito Democratico e i suoi alleati, mantenere o riconquistare presidenze regionali è basilare al fine di rafforzare la narrativa di opposizione e per costruire un nuovo ciclo politico di favore.
Ma non solo soltanto numeri per apparentamenti o riformulazione delle varie narrative politiche. Dalle elezioni regionali usciranno i nomi dei presidenti eletti che guideranno le politiche su sanità, infrastrutture e fondi europei, con conseguenze sul consenso locale e sulle reti clientelari politiche. Un buon risultato amministrativo può tradursi in risorse elettorali per il partito a livello nazionale; una sconfitta può indebolire la leadership e accelerare rimpasti o tensioni interne.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



