(ASI) "I dati diffusi oggi dall'Istat confermano ciò che milioni di persone vivono ogni giorno sulla propria pelle: l'Italia è sopra la media europea per rischio di povertà e disuguaglianza.
Un record vergognoso che smaschera la propaganda del governo Meloni. Mentre la premier e i suoi ministri parlano di "orgoglio nazionale" e "ripresa economica", il paese reale affonda: salari da fame, precarietà dilagante, donne tagliate fuori dal lavoro, famiglie strozzate dal caro-vita e giovani costretti a emigrare.
La destra al governo ha scelto di alimentare le disuguaglianze, smantellando ogni forma di protezione sociale e tagliando risorse a chi vive del proprio lavoro, mentre aumenta le spese militari e protegge rendite e profitti. È la fotografia di un modello di società in cui pochi si arricchiscono e la maggioranza si impoverisce.
L'Italia di Giorgia Meloni è un Paese in cui il lavoro non basta più per vivere, dove l'ingiustizia è diventata sistema e la povertà una condanna di Stato. Un governo che grida contro i poveri invece di combattere la povertà, che difende i forti e abbandona i deboli, che parla di "merito" ma taglia su scuola, sanità e ricerca.
Di fronte a questo disastro sociale, non servono elemosine né bonus elettorali: serve una svolta radicale, una redistribuzione della ricchezza, un piano per il lavoro stabile, salari dignitosi e un vero reddito minimo. Serve un'altra Italia, quella che rimetta al centro le persone, non i profitti.
Il governo Meloni non ha scuse: i numeri la condannano. È un governo di classe, contro i lavoratori e contro i poveri. E noi continueremo a denunciarlo, nelle piazze e nei territori". Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista.


