(ASI) Le dichiarazioni diffuse oggi sul presidio pro-Palestina previsto per domani a Roma, con l'ennesimo richiamo agli "infiltrati violenti", sono gravi e irresponsabili. Si agita la retorica della sicurezza per scoraggiare la partecipazione e criminalizzare una mobilitazione che chiede pace e giustizia per Gaza.
Questo allarmismo è il preludio a possibili operazioni repressive?
Il dubbio è legittimo, visto che assomiglia a una strategia già vista: si costruisce tensione per giustificare interventi sproporzionati. Quando lo Stato si presenta in piazza con la logica del sospetto, la democrazia si indebolisce.
Denunciamo questo atteggiamento e richiamiamo il Viminale ai suoi doveri costituzionali: l'ordine pubblico si garantisce tutelando la libertà, non minacciandola. Il diritto di manifestare, sancito dall'articolo 17 della Costituzione, non può essere ridotto a questione di ordine da gestire con il linguaggio della criminalizzazione. Chi domani scenderà in piazza lo farà nel nome della pace. Preoccupa invece chi prepara in anticipo la narrazione del disordine per giustificare eventuali abusi. La piazza è libertà, e noi la difenderemo, come difendiamo la Costituzione e il diritto al dissenso. Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.



