(ASI) - La legge delega sull’intelligenza artificiale è stata approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 17 settembre 2025, con 77 voti favorevoli, 55 contrari, 2 astenuti. La legge riguarda “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, che in sostanza affida all’esecutivo il compito di emanare i decreti attuativi entro determinati principi e criteri che vengono fissati dal Parlamento.
Tra i principi: uso “antropocentrico, trasparente e sicuro” dell’IA; tracciabilità dei sistemi; responsabilità umana nelle decisioni critiche. In termini semplici: gli algoritmi restano di supporto, mentre l’ultima parola resta a una persona fisica. Questo vale esplicitamente e soprattutto per la sanità, il mercato del lavoro, la PA, la giustizia, nella formazione e nello sport.
Novità sensibili riguardo tutela dei minori e presidio sui contenuti sintetici. Nel corso dell’esame in Aula è passato un emendamento che consente l’uso di sistemi di IA ai minori e il trattamento dei loro dati solo con il consenso di chi esercita la responsabilità genitoriale. La cornice prevede inoltre misure contro i “deepfake” ossia contenuti falsi e conseguentemente dannosi, che saranno sviluppate nei decreti.
Il testo approvato è collegato alla legge di bilancio ed è una delega “aperta”: il Governo dovrà quindi dettagliare standard tecnici, regole d’impatto e sanzioni, coordinandosi con l’AI Act europeo. La maggioranza rivendica una cornice nazionale che “abilita” l’innovazione senza rinunciare a sicurezza e diritti. L’enfasi è sulla competitività industriale e sulla coerenza con l’AI Act, evitando vuoti normativi nel lavoro e nei servizi pubblici e che siano predisposti sulla centralità della persona, sulla cybersicurezza, l’accessibilità e un percorso regolatorio per PA, scuole, sanità e giustizia.
Le opposizioni hanno votato contro segnalando due criticità: ampiezza della delega e rischi di sorveglianza o decisioni automatizzate senza sufficienti garanzie ex ante. La richiesta è di norme più puntuali già in legge primaria su trasparenza degli algoritmi impiegati dalla PA.
Nel breve periodo serviranno: un perimetro chiaro di sistemi “ad alto rischio” per sanità, giustizia e lavoro; regole sui dataset di addestramento della PA; procedure di audit indipendenti; tutela contro i deepfake in campagne elettorali e informazione. Questi elementi saranno decisivi nei decreti per evitare divari con l’AI Act e contenziosi.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



