(ASI) La Germania, in crisi economica peggio dell'Italia a causa della chiusura del mercato dell'Est Europa e del gasdotto baltico, cerca di ottenere la piena occupazione e la massima produttivita delle sue industrie, mirando, in barba alle limitazioni del Trattato di Pace del 1945, a diventare il piu grande esercito di terra d'Europa, esportando le sue armi in tutto il Vecchio Continente, dove i governi pompano continuamente il disco rotto del riarmo al fine di un intervento contro la Russia in Ucraina o filo israeliano in medioriente.
L'Italia, invece, senza una sua politica autonoma, e dominata da lobby e consorterie a cui risponde la sua classe dirigente senza alcuna visione nazionale, si barcamena a soddisfare a volte le esigenze della UE a volte quelle della Nato, a volte di qualche altra potenza mondiale, restando come al solito in attesa di subire gli eventi storici senza scrivere la sua storia, come é spesso abituata a fare.
Quello tedesco é un film già visto nel 1933, speriamo oggi con conseguenze non così nefaste, nonostante i corsi e ricorsi della storia di vichiana memoria.
Per ragioni sovraniste, non bisognerebbe acquistare armi provenienti dalla Germania, si fa solo il gioco della Unione Europea, concepita per tutelare l'economia tedesca in toto.
Ma, purtroppo i governanti dell'Italia non pianificano nessuna strategia e sanno solo direi di sì alle richieste della UE o della Nato o di uno Stato potente tipo la Francia o la Gran Bretagna, "malate" di neocolonialismo, con cui l'Italia dovrebbe invece parlare alla pari; ma noi siamo rimasti fermi ancora alla Guerra Fredda,quando la Germania era divisa in due, Francia e Gran Bretagna avevano perso i loro imperi e tutto si faceva in una ottica di uno scontro indiretto tra Usa ed Urss e allora sì che in quel caso appoggiando una o l'altra delle due superpotenze mondiali, l'Italia poteva svolgere un ruolo di primo piano nell'area euromediterranea e riscattarsi dalla tragedia della guerra e dal trauma della Patria della Guerra Civile 1943/1945, i cui fantasmi ancora aleggiano nel Belpaese.
Oggi é diverso, finita l'epoca della integrazione europea e della globalizzazione, in un mondo multipolare dobbiamo tornare a concepire una nostra politica sovrana per poter dire la nostra,fuori dalla UE e della Nato, contro la guerra alla Russia e per la pace in Medioriente.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
*Immagine generata con AI Microsoft Copilot.



