(ASI) Milano – "Le cifre riguardanti gli impegni Nato sull’aumento delle spese in difesa sono complesse e possono creare fraintendimenti, tenendo conto che si tratta di stime decennali basate sulle più conservative previsioni governative di crescita del Pil nominale. Ricapitoliamo dunque per chiarezza quanto analizzato dall'Osservatorio Milex nei suoi recenti contributi sul tema.
Partiamo dal target Nato del 5% sul Pil (difesa e sicurezza) che comporta una spesa decennale complessiva di 965 miliardi: 445 in più rispetto a quanto si spenderebbe in dieci anni (520 miliardi) se invece che puntare al 5% restassimo al 2%, aggiornato rispetto all’incremento nominale del Pil. Arrivare al 5% significa infatti spendere nel 2035 circa 145 miliardi, contro i 45 miliardi di oggi (attualmente al 2% del Pil sommando difesa e sicurezza): una salto di 100 miliardi che richiederà ogni anno 8/12 miliardi in più rispetto all’anno prima (45>53>61>…121>133>145) per una spesa decennale complessiva, appunto, di 965 miliardi.
Passando al target Nato del 3,5% sul Pil per le spese militari “pure”: questo comporta una spesa decennale complessiva di quasi 700 miliardi (694 per la precisione): 222 in più rispetto a quanto si spenderebbe in dieci anni (472 miliardi) se invece che puntare al 3,5% puntassimo al 2% anche per le spese militari “pure”, sempre aggiornato rispetto all’incremento nominale del Pil. Arrivare al 3,5% significa infatti spendere nel 2035 poco più di 100 miliardi (102 per la precisione), contro i 35 miliardi di oggi (1,57% del Pil le sole spese militari "pure"): una salto di 67 miliardi che richiederà ogni anno 6/8 miliardi in più rispetto all’anno prima (45>53>61>…121>133>145) per una spesa decennale complessiva, appunto, di quasi 700 miliardi." Così in una nota l'Osservatorio MILEX.



