(ASI) “Io credo che la sicurezza e la legalità nel gioco d’azzardo siano fondamentali, non solo per lo Stato ma anche per i concessionari stessi, che hanno tutto l’interesse a gestire un gioco sicuro, sia dal punto di vista della salute che della legalità.
I concessionari del gioco legale soffrono per la presenza del gioco illegale, che danneggia direttamente anche i loro interessi economici. Finora, soprattutto per quanto riguarda il gioco fisico, si è agito con limitazioni esterne: distanze minime, riduzione degli orari, restrizioni territoriali. Si è trattato il gioco come un “male necessario”, da contenere e limitare.
Ma questo approccio non ha funzionato, e non può funzionare. Le ricerche ci dicono che il giocatore patologico, se non può giocare a mezzogiorno, gioca in un altro orario; se non trova una sala nel suo quartiere, si sposta altrove. Non si limita la patologia, si sposta solo il problema. Per questo io penso che oggi dobbiamo cambiare prospettiva. Grazie alla tecnologia è possibile rendere il gioco intrinsecamente sicuro. Le macchine possono riconoscere automaticamente l’età del giocatore tramite una telecamera, e impedire l’accesso ai minori. Possono anche rilevare comportamenti compulsivi, gioco eccessivo, e reagire con messaggi, rallentamenti, allertando il personale in sala.
Questi non sono limiti esterni, ma limiti interni alla macchina, che permettono un gioco sano, responsabile, protetto. È un capovolgimento di visione: non più il gioco come male da sopportare e restringere, ma come attività legale che può essere gestita con intelligenza e responsabilità. Anche perché, non dimentichiamolo, il gioco legale contribuisce in modo rilevante alle entrate dello Stato. Dunque ha senso tenerlo, ma ha ancora più senso farlo evolvere verso un modello in cui si protegge davvero il giocatore e si combatte l’illegalità con strumenti efficaci, non con divieti che spesso si rivelano solo formali” - È quanto affermato da Giovanni Kessler, consigliere tecnico di ACADI.



